venerdì 19 febbraio 2016

CHARM DESIGNER - Everlasting review

EVERLASTING


Release Date: 19 febbraio 2016


Genre: Gothic/doom

Country: Colombia

Track List:
1) Everlasting
2) The replicant
3) Never after
4) Disruption
5) Mentors
6) Inertial drain
7) Endowar
8) By the unmasked
9) Policy of truth

Quante volte abbiamo ascoltato dischi dalle ottime potenzialità, ma con il suono degno di un garage? E quante altre volte, al contrario, nel nostro stereo sono passati album mediocri salvati in corner da un’eccellente produzione? Everlasting riassume gli aspetti positivi di entrambe queste categorie: il talento c’è e si sente, ma forse non sarebbe stato valorizzato appieno senza lo zampino di Waldemar Sorychta che, per la prima volta nella sua carriera, si è lanciato nella produzione di una band sudamericana. E non l’ha certamente scelta a caso, visto che nel suo ricco curriculum si annoverano gruppi come Tiamat, Samael e Moonspell, di cui si percepisce l’influenza nel sound dei Charm Designer.

L’opener EVERLASTING inizia e termina nel segno del black più grezzo ed oscuro, fatta eccezione per alcuni brevi momenti melodici nella parte centrale. Le prime note di THE REPLICANT strizzano l’occhio ai My Dying Bride dei tempi d’oro, a cui si unisce una solida matrice death coadiuvata dal drumming poderoso di Diego A. Morales. Il nume tutelare di Stainthorpe e soci emerge in tutta la sua potenza anche nel finale di DISRUPTION, mentre in NEVER AFTER compare la doppia voce maschile e femminile per dare un sapore gothic.

Si ha invece un deciso cambio di rotta con MENTORS, pezzo che riesce ad alternare in modo efficace un riffing molto thrash-oriented a momenti più oscuri ed introspettivi. Con INERTIAL DRAIN ed ENDOWAR è di nuovo il death a farla da padrone, mentre in BY THE UNMASKED torna a prevalere lo stampo gothic e il pezzo conclusivo THE POLICY OF TRUTH costituisce una sorta di riassunto dell’intero album.

“Everlasting” non sembra certo il lavoro di una band semi-esordiente: i suoni sono davvero puliti e ben bilanciati, gli strumenti coordinati in modo da far risaltare al meglio le capacità tecniche dei singoli componenti del gruppo. Anche stilisticamente parlando si ha l’impressione di ascoltare un disco con un suo perché ben definito, nonostante la commistione di generi sia notevole. Complimenti.


VOTO: 7,5/10

RECENSORE: Bene the Sentinel

Line-Up:

Andrés Herrera – Vocals and guitars
Diego M. Giorgi – Bass
Diego A. Morales – Drums
Diego A. Hernández – Live guitars

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