domenica 27 luglio 2014

Interview with Coraxo



Coraxo is an industrial/electro metal band from Tampere, Finland. Their EP Starlit Flame is the first of a planned trilogy in which "Nordic death metal meets Doctor Who". We had an interesting chat with these guys, hope you enjoy!

Hi guys! Thank you so much for this interview!
So, starting with the origin of your name... I wondered, what exactly does your band name
symbolize?
Tomi: The name is a word in enochian, a fictional language created in the 1500's by an english
alchemist called John Dee. (Propably nowadays more familiar from the TV show Supernatural).
Translated it means “spirits of Wrath and Judgement” which we thought would be a good name
for the hostile alien species in our own scifi storyline.

You play an interesting type of sound, introducing prominent science fiction themes and mixing
death with scifi metal. Can you tell us more about your sound?
Tomi: The electronic side is heavily influenced by electronic bands like Tangerine Dream, Vangelis,
Portishead, which we try to seamlessly mix with old school death metal to create a whole new kind
of sound.

When I listen to your songs, they remind me of the first Samael. Can you tell us something about
your music influences?
Tomi: I think my biggest influences in metal music have been Peter Tägtgren (Hypocrisy, Pain), Dan
Swanö (Edge of Sanity, Witherscape) and Devin Townsend. I'm also a big fan of jazz and prog rock,
but I'm not sure how well that translates to our music, if at all.

You started to play in 2013 is that true? But since when the idea of the band was in your mind?
Ville: Yes, that’s true. When I first time heard of Coraxo it was considered to be Tomi’s one-man-band.
We had talked about the band earlier, but when I heard the demos of the songs and a musical
landscapes around them, I insisted to be involved.
Tomi: Yeah, it was basically just supposed to be a fun short project for me, but since we realized the
songs were good enough we decided to turn it into a real band.

"Starlit Flame" is a trilogy, like a television series. What's your favourite TV movie?
Tomi: I don't really watch TV at all so I couldn't tell. But the music and lyrics are heavily influenced by
the Alien movie franchise. I'm also a very big fan of the artwork of H.R. Giger.

What do you aim to create with your lyrics?
Tomi: A larger world that the listener can step into. There's only so much information about the
storyline you can cram into the lyrics, so we try to accompany those with some blog posts and info
about the story on our website.

Can you spill any technical details about the new album?
(Refering to the upcoming Starlit Flame II) Ville: It’s a little more technical but still catchy, I think. Some
nice riffing and drumming but not too much technical because it would excessively step away from
the Coraxo-sound.
Tomi: The second part was very much recorded the same way as the first, in our home studio, mixed by
me. We'll send it for mastering to Unisound in Sweden as well, Dan is a great guy to work with.

 Do you think the software technology is getting in the way of great songwriting or do you embrace
the technology?
 Tomi: I believe it is the complete opposite. Nowadays recording equipment has become so affordable
that pretty much anyone with enough time and patience can create very good sounding music at
home.
Ville: I agree, in the technical aspect on recording it’s a great advantage to many smaller bands
nowadays to be able to put out their own music, which would not been possible a few years ago.
Big studios cost much more money. Also I think it’s not killing songwriting. Even if you had any
amount of software or hardware around, you can’t program it to paint the human mind on paper or
on screen, at least not yet, there needs to be something that controls the machinery.

What is your favorite software to create music ?
Tomi: I'm a big fan of Reaper, a very affordable DAW software. I mix all of our music on it, and never
have run into any problems or bugs with it.

What do you think are the biggest challenges for bands and musicians in today’s music industry?
Ville: I think the whole music industry has been in turning point for a few years now. I think everyone is
a little bit confused about direction to where is reasonable to go. There’s also a good side with this
setting, that there are now many different versions to do things. There are many kind of operators
on broad area.
Tomi: The internet has opened up new possibilities for independent artists, but it has also increased the
amount of competition for attention. The net is a low attention span field to begin with, so I'd think
it's harder to get fans that actually stay with the band.

 Any plans for the future?
Tomi: We're still in the process of recording and mixing Starlit Flame II, it'll be done sometime in the fall.
After that some live playing and touring if possible. Visit coraxo-official.com for updates!
Ville: Gigs and recording, so stay open for the world yet to come!


(Michela)
Coraxo official website: http://coraxo-official.com/
Coraxo Facebook: https://www.facebook.com/coraxoband

domenica 20 luglio 2014

"Rite of Thalia" - Intervista


I Rite of Thalia sono una piacevole realtà italiana. Provengono da Rieti fanno Symphonic Metal e questa è la loro voce...

LFdM: Prima di tutto, vogliamo ringraziarvi per aver scelto questo piccolo spazio per diffondere la vostra musica.
Più che un’intervista vera e propria vorremmo che foste voi direttamente a raccontare alla gente la vostra storia. Il vostro è un legame che nasce tra i banchi di scuola o vi siete conosciuti durante il processo di formazione del gruppo?
RoT: Grazie a voi per esservi interessati al nostro progetto! 
Chiara: La nostra è una band nata non tra i banchi di scuola ma dalla pura e semplice casualità, una serie di coincidenze fortunate potremmo dire!
Tutto ha inizio nell'estate 2012 quando una sera per puro caso mi trovavo in un locale  e mi è capitato di ascoltare una band che finalmente faceva symphonic metal! Dico finalmente perchè dalle nostre parti non è certamente usuale sentir suonare band che si rifanno a questo genere..non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione così con una buona dose di faccia tosta a fine serata mi sono presentata a Riccardo (tastierista e compositore di quel gruppo)..da quel momento è iniziata la nostra storia. Abbiamo avuto diversi cambi di line-up, nell'ottobre 2012 sono arrivati Stefano al basso e Samuele (chitarra e growls), anche loro persone giuste al momento giusto. La formazione ed il progetto "Rite of Thalia" come lo presentiamo oggi ha inizio ufficialmente nel gennaio 2013 con Stefano di Filippo alla batteria.

LFdM: Chi ha avuto l’idea di formare un gruppo metal e perché sinfonico?
Riccardo: Ho scelto questo genere perché avendo sentito band come Nightwish ed Epica e avendo fatto ricerche mi sono reso conto che poteva offrire molte possibilità espressive racchiudendo in un'unica idea musicale elementi opposti tra loro come la componente sinfonica e quella metal più dura.
Questo è il motivo principale, motivo che nasce dalla voglia di potersi espremire al meglio assecondando le proprie inclinazioni musicali e sentendosi liberi di spaziare utilizzando sia strumenti orchestrali che parti ritmiche ostinate.
Tutto questo ovviamente presuppone il fatto che ci siano persone concordi con questo ragionamento, dopo averle trovate ho capito che questa era la strada giusta per il progetto.

LFdM: Dai testi alla musica, le tracce che ho avuto modo di ascoltare denotano una conoscenza molto accurata della musica classica, avete frequentato il conservatorio?
Chiara: Effettivamente qualcosa di classico c'è..io frequento il conservatorio e Samuele è già diplomato, è sempre stata nostra intenzione mescolare i due generi e mettere le nostre conoscenze classiche al servizio della nostra musica.
Alcuni sottogeneri del metal si sposano in maniera perfetta con la musica colta europea, in particolar modo quella del periodo medioevale, barocco (sia strumentale che vocale) e neoclassico. In questi primi tre brani abbiamo toccato solo lievemente questi aspetti, la nostra idea è quella di contaminare maggiormente la nostra musica con espedienti tipici di questi stili.

LFdM: In alcune parti la musica prevale sulla voce, come se quest’ultima fosse una parte complementare dell’intera struttura, forse mi sbaglio (e di questo me ne scuso) ma è solo una mia modesta sensazione ascoltando soprattutto “Looking In The Mirror”. Le parti di pianoforte sono veramente molto belle e suggestive.
Come nasce una vostra canzone? Dai testi alla musica, agli arrangiamenti.
Samuele: Grazie per il complimento! Non ti scusare, anzi, hai colto nel segno. Siamo davvero contenti che abbiate riscontrato questa particolarità! Ci teniamo molto a mantenere un equilibrio tra parte strumentale e vocale, pensiamo infatti che nessuna delle due debba prevalere costantemente sull'altra.
Il nostro paroliere è Riccardo (tastiere), scrive praticamente ovunque! Oltre alle parole poi è solito abbozzare l'idea musicale di base dei brani e le relative parti vocali, il resto del lavoro viene fatto principalmente da me (per quanto riguarda l'arrangiamento strumentale) e da Chiara (per quanto riguarda quello vocale). Ovviamente poi ognuno di noi apporta modifiche ed aggiunte in base alle esigenze specifiche del proprio strumento.

LFdM: Rieti e la Musica. Provenite da una delle città più rappresentative a livello Europeo di un certo genere musicale. Ho visto che avete ottenuto lo scorso anno alcuni riconoscimenti molto importanti e questo non può che farvi onore. Come vi ponete al riguardo, voglio dire, forse qualcuno, soprattutto con una bella voce come quella di Chiara preferirebbe sentirla cantare in italiano, come vi ponete al riguardo?
Pensate che in futuro qualche brano in italiano possa comunque essere preso in considerazione?
RoT: Sicuramente nascere in Italia e voler intraprendere questo tipo di strada non aiuta, dal canto nostro ci siamo e ci stiamo rendendo conto che la gente apprezza la nostra musica anche se non conforme ai gusti dei più..ci è capitato comunque di ricevere commenti in merito all'utilizzo dell'inglese piuttosto che dell'italiano. Ce lo dicono spesso anche a casa, a questa domanda siamo quindi ben preparati! Non è nostra intenzione escluderlo dai nostri progetti anzi,  sappiamo che è una lingua dotata di grande fascino e che ben si sposa con le armonie del nostro genere quindi ci siamo riproposti di utilizzarla senz'altro.

LFdM: Estate, tempo di festival … i nostri lettori possono avere il piacere di vedervi dal vivo o siete già al lavoro per qualcosa di importante?
RoT: Per il momento ci stiamo concentrando sul terminare il nostro concept, manca davvero poco e vogliamo approfittare dell'estate per farlo..! speriamo di potervi dare al più presto novità!  

(Michela)

Membri:
Chiara Petrelli - Voce 
Riccardo Dionisi - Tastiere
Samuele Serangeli - Chitarra
Stefano Ottaviani - Basso
Stefano Di Filippo - Batteria

Link: Facebook - Twitter 

venerdì 11 luglio 2014

Intervista ai Reasons Behind!


I Reasons Behind sono italiani, per la precisione provengono dalla scena metal underground bolognese e dopo l'enorme successo ottenuto con il loro primo EP "Ouverture", abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere con loro per conoscerli più a fondo e riuscire a strappargli qualche anticipazione sul loro prossimo concept.

LFdM: Ciao ragazzi! 
Prima di tutto vogliamo ringraziarvi per questa intervista e per le parole che ci avete detto in occasione di questa chiacchierata.
Se da una parte è vero che ci vorrebbero molti più spazi come questo per dar voce alle nuove band, dall'altra è altrettanto vero che la "vostra" disponibilità è linfa vitale per noi. 
Quindi...grazie di cuore!
RB: Grazie di nuovo a voi! 
La scena metal, e quella underground in particolare, è sempre stata alimentata dalla passione di chi ne fa parte: se non esistesse chi organizza serate e concerti, chi vi partecipa, chi promuove anche (verrebbe da dire soprattutto) le nuove realtà, tutto finirebbe per spegnersi, prima o poi. 

LFdM: Domandina di rito come a scuola: Chi siete? Come nasce il progetto, se cosi lo vogliamo chiamare, Reasons Behind?
Gabriele: Il gruppo si forma ufficialmente nel 2010, con una formazione che vedeva al basso e alla batteria membri diversi da quelli attuali. I motivi sono più o meno quelli di sempre: ascolti musica, strimpelli i pezzi dei tuoi gruppi preferiti, poi senti la necessità di dire qualcosa di tuo. 
Dopo le prime ricerche ho trovato Dario (tastierista) ed Elisa (voce) e da lì siamo partiti. Possiamo dire che noi tre rappresentiamo lo zoccolo duro della band, in questi tre anni e mezzo ne abbiamo passate parecchie insieme. Enrico (bassista) si è unito a noi nell’estate del 2012, qualche mese dopo che avevamo pubblicato “Ouverture”: ci piace ricordare che inizialmente lui era dall’altra parte della barricata, un fan che ascoltava la nostra musica. Riccardo (batterista), infine, è entrato nel gruppo l’autunno scorso, mentre stavamo lavorando alla preproduzione dei nuovi brani.

LFdM: I primi complimenti vanno ad Elisa (sì, siamo donne) hai veramente una voce bellissima, molto vicina, come estensione, alle "colleghe" olandesi e finlandesi. Posso chiedere se sono loro le vostre, o le tue  principali influenze?
Elisa: Beh, per quanto mi riguarda le "colleghe" (ahaha, magari) sono state sicuramente un grande punto di interesse e un grande sprone per iniziare i miei studi, che sono finiti sul versante "lirico" per pura coincidenza, ad essere onesti. Alcuni brani di “Ouverture” sono sicuramente Nightwish – style, almeno in parte, ma la cosa in realtà non è voluta: alcuni pezzi erano stati scritti tempo prima, in quel periodo la band era ancora alla ricerca del proprio sound, per cui è normale che ci sia scappata qualche digressione nel symphonic metal che alcuni di noi ascoltavano o ascoltano tuttora. 
Nel frattempo il nostro sound si è evoluto parecchio, come spero avrete modo di ascoltare nel nuovo disco, ed ora ha davvero poco a che vedere col vecchio. Il cantato, ad esempio, è quasi totalmente moderno, con qualche leggero accenno di lirica qua e là: una bella sfida per chi, come me, ha studiato sempre e solo lirica, ma che mi ha portato una grande apertura mentale e una voglia di ricerca vocale che spero di poter coltivare non appena terminati i miei studi conservatoristici.

LFdM: Ho trovato le incursioni elettroniche molto particolari ed interessanti, a chi va il merito?  
Gabriele: Era un’idea che ha cominciato a sfiorarci mentre componevamo i pezzi di “Ouverture”: già due anni fa la scena del symphonic metal (quella dei gruppi alla Nightwish, per intenderci) era più che densamente popolata e, in generale, quella non è mai stata la nostra vera identità musicale. Io negli anni ’90 ho ascoltato molta dance music (Snap!, 2Unlimited, Robert Miles) e Dario (tastierista), al di fuori del gruppo, scrive e produce musica che va dal pop alla dubstep, quindi diciamo che certe sonorità fanno in qualche modo parte del nostro background musicale. Trattandosi della primissima volta che lavoravamo insieme, inoltre, dovevamo ancora trovare il giusto equilibrio tra le varie influenze.
Come abbiamo detto prima, se avrai occasione di sentire il nuovo disco potrai notare come questo tipo di influenze si sia decisamente accentuato, ma l’aspetto più curioso è che questo processo evolutivo non è stato per nulla ragionato: una volta fissata la struttura del pezzo ci sedevamo davanti al computer, con la tastiera alla mano, a provare i suoni per cercare di dare forma a quello che avevamo in testa…e alla fine ci ritrovavamo sempre a spaziare negli ambiti dance e techno. I pezzi, però, suonavamo come volevamo, quindi ci siamo detti: “Perché no?”

LFdM: Non sono tanti gli anni che avete alle spalle da quando vi siete affacciati per la prima volta nella giungla discografica, "Ouverture" è stato rilasciato nel 2012, e fin da subito ha riscosso una gran quantità di plausi da parte della stampa specializzata, ne citiamo alcuni Demo del mese su Metal Maniac e la candidatura come Migliore Band Emergente ai Metal Symphonique Awards di quell'anno. Quanto è stato raccolto da allora per poter andare avanti e raggiungere nuovi obiettivi?
RB: Ammettiamo con molta onestà che l’EP ha ricevuto un’accoglienza che davvero non ci aspettavamo, perché si trattava della nostra prima fatica: sapevamo di essere inesperti e che le tracce che avevamo prodotto erano ben lungi dall’essere esenti da difetti, ma nonostante questo i nostri sforzi sono stati apprezzati e questo ci ha galvanizzati.
Il passo successivo è stato da una parte quello di crescere nella dimensione live, mentre dall’altra ci siamo concentrati sulla promozione della band. Tirando le somme, possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti su entrambi i fronti: per essere una band senza etichetta, che non si è appoggiata a nessuna agenzia, insomma per aver fatto tutto da soli, stiamo cominciando a ritagliarci il nostro piccolo spazio.
Ora che abbiamo in mano il disco nuovo, speriamo di riuscire a far fruttare le esperienze accumulate finora  per fare un ulteriore salto di livello.

LFdM: Pensate che l'Italia sia un bacino di utenza abbastanza importante per soddisfare le vostre esigenze, o l'esperienza estera resta comunque uno degli obiettivi principale per una band metal?
RB: Beh l’Italia rimane tuttora un paese musicalmente ancorato a certi generi precisi: se si pensa che nel 1998 “Oceanborn” dei Nightwish è arrivato alla quinta posizione in Finlandia, e che il singolo Sacrament of Wilderness ha raggiunto perfino la cima della classifica…beh, qui da noi è un traguardo impensabile per un gruppo metal. Forse qualche colosso come i Dream Theater o i Linkin Park riesce a rimanere nella top 20 per qualche settimana…
In realtà, almeno finché si resta sui generi non troppo estremi (grind, brutal e così via), viene il sospetto che ci sia un po’ di prevenzione, pronta a scattare automaticamente quando si pronuncia la parola metal. Ci è capitato più volte essere testimoni di apprezzamenti, e non necessariamente sul nostro disco, da parte di persone che semplicemente non avevano mai ascoltato il genere…per poi sentirci domandare con stupore: “ma è questo il metal?”. Pur non raggiungendo la popolarità della musica mainstream, probabilmente il metal avrebbe maggiore spazio se si desse alla gente la possibilità di ascoltarlo con mente aperta. Basti pensare, con le giuste proporzioni,  alla portata che ebbe il debutto degli Evanescence, che anche qui in Italia venivano passati su MTV a ripetizione.
Non è piacevole da ammettere, ma l’estero sembra essere tutt’ora una piazza con la quale occorre fare i conti, se come gruppo vuoi tentare il salto di qualità nel nostro genere.

LFdM: Olaf Thorsen (chitarrista di Vision Divine e Labyrinth)- beh non c'è che dire, un bel biglietto da visita. Come è iniziato il vostro rapporto di lavoro? 
Gabriele: Io seguo i suoi progetti musicali fin da quando ancora non avevo comprato la mia prima chitarra e per un paio d’anni ho pure preso lezioni private da lui: diciamo, quindi, che ci conoscevamo già. Quando abbiamo cominciato a tirare le somme sul nuovo materiale abbiamo concordato sulla necessità di una persona esterna che ci aiutasse a far rendere al meglio le canzoni, un produttore artistico. La scelta è caduta subito su Olaf per la qualità che ha sempre contraddistinto i dischi delle sue band e per il suo valore come musicista e come produttore, appunto. E direi che abbiamo fatto la scelta giusta, perché non solo ha rispettato la nostra identità a livello di sound, ma ha anzi ha messo a nostra disposizione la sua esperienza per far sì che le NOSTRE idee uscissero in maniera più efficace. Da questo punto di vista, la sua proposta dello studio 16th Cellar di Roma, specializzato in generi più estremi, per quanto insolita ci apparisse all’inizio si è poi rivelata vincente.

LFdM: Ho visto che eravate nella line up dell'UMA FEST a Bologna. Noi eravamo presenti come fotografe a Roma e Genova. Devo ammettere che la scarsa partecipazione (almeno per quelle date) a queste manifestazioni mi deprimono sempre moltissimo, ritornando a quanto abbiamo detto all'inizio, io non credo che il metal sia definitivamente morto, forse è solo la curiosità nelle persone che si è assopita, o la semplicità di reperire materiale musicale oggi su internet ha contribuito a questa sorta di indolenza nel muoversi? Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.
RB: Mah, secondo noi si tratta un insieme di fattori. Da una parte c’è sicuramente meno tempo da dedicare all’ascolto, rispetto al passato: ora la musica viaggia in streaming o, comunque, sugli smartphone, come mero sottofondo, e di conseguenza c’è anche meno voglia di cercare gruppi nuovi, di ascoltare qualcosa di diverso. Poi al limite si spendono 70 euro per sentire un gruppo che fa le stesse canzoni da vent’anni (non suonandole più nemmeno troppo bene, magari), invece di investirne 5 per godersi altrettante band che propongono musica propria. Oppure, semplicemente, si preferisce una cover band.
Anche l’anello centrale della catena, ovvero i locali, purtroppo non sempre fornisce un contributo positivo per il miglioramento della situazione, preferendo gruppi disposti a suonare gratuitamente e a riempire la sala di amici, piuttosto che puntare alla qualità della musica proposta.
Nell’underground, poi, invece di aiutarsi per ricreare e mantenere una scena viva e attiva, spesso le band si fanno una vera e propria “guerra tra poveri”, fatta di sotterfugi e invidie, perché ancora vige la credenza un po’ assurda che se condividi una serata con altri gruppi, o anche solo se vai a vederli live, danneggi te stesso.
È chiaro che non si deve fare di tutta l’erba un fascio (in ognuno degli ambiti che abbiamo citato esistono delle piacevoli eccezioni), ma con questi presupposti diventa difficile sostenere una scena metal degna di tale nome.

LFdM: Ci sentiamo di condividere a pieno questo pensiero sperando che la scena underground italiana possa essere valorizzata come merita.
A questo punto, dove possiamo venirvi a sentire suonare, ci sono delle date già schedulate? Piani per il prossimo futuro (imminente)?
RB: Abbiamo appena messo le mani sul master definitivo, quindi ora comincia la parte “dura” del lavoro: il primo passo sarà la ricerca della label giusta per far uscire il disco, ma contemporaneamente stiamo lavorando sull’idea base del primo video promozionale e preparando il nuovo spettacolo: trattandosi di un concept album, ci piacerebbe riuscire a proporre qualcosa di più della solita scaletta di canzoni una di seguito all’altra.
Ci stiamo comunque già muovendo per suonare in giro a partire da Settembre/Ottobre, così da proporre i pezzi nuovi in sede live il più possibile. Appena avremo confermate le prime date le renderemo immediatamente pubbliche sulla pagina facebook (www.facebook.com/ReasonsBehind) e sul sito web (www.reasonsbehind.com) il quale, peraltro, sta per subire un restyling piuttosto importante).

LFdM: grandioso! Allora….a presto.
RB: Grazie mille di nuovo per la chiacchierata \m/


domenica 6 luglio 2014

Jaani Peuhu - "Tonight's Music" Katatonia cover


When sound and images become one

Looking forward to release his new jewel to the world, Jaani Peuhu, the polyhedric singer of the finnish darkwave band Iconcrash, decided, to take a break from months of complete dedication to his solo project "Tear Catcher" that will come out in the next autumn, and grant some time to himself (and to ourselves). 

"Tonight's Music" by Katatonia (from "Last Fair Deal Gone Down" album - 2001) is a song of a rare beauty that doesn't need to be celebrated.
The monochrome atmosphere of the lyrics meets the colorfulness of the motion, electric lights and slow shadows dancing in a soft and refined electropop.
Dynamic, romantic, a sub urban light and dark  that stands out and enhances the amazing technical abilities of this artist. 

Without trying to find the key to understand how the next album will sound, just push "play" ...

Officiali Link: 
http://jaanipeuhu.com


(Video director: Ari Nieminen)