lunedì 29 febbraio 2016

Todtgelichter - Rooms review

"Rooms"

Release Date: February 26th 2016


Country: Germany

Genre: Avantgarde/Prog/Extreme Metal

Track List:
01. Ghost
02. Schrein
03. Lost
04. Shinigami
05. Necromant
06. Zuflucht
07. 4JK
08. Origin
                                                                                   09. Pacific


Nati  nel 2002, i tedeschi Todtgelichter sono l'abito perfetto da indossare per uscire nell'oscurità ed intraprendere quel  viaggio nelle strade desolate della nostra anima, solo per sentirne il respiro.

Assicuratisi un posto privilegiato nel mondo del metal estremo e dell'avantgarde con due pezzi pregiati come "Angst" e "Apnoe", con questo nuovo album hanno semplicemente abbellito quel vestito con nuovi orpelli, coprendosi dalle intemperie e tornando sul sentiero della memoria per raccontarci una nuova esperienza. 

Rooms è un album che parla di ricordi, quelli che nonostante si vogliano reprimere nell'angolo più inviolabile della propria mente rimangono lì, pronti ad uscire allo scoperto nel momento più inaspettato.

Un album solenne, che veste per l'occasione la veste sacra e regala al proprio pubblico tutto il misticismo del musica oscura, con organi che suonano una marcia funebre emozionale e potente per interminabili minuti, lasciando alla propria sacerdotessa Marta l'estasi finale.

Ridefinendo il concetto di black metal in un'alchimia tra classico e moderno, le nove tracce ci guidano tra malinconia ed aggressività, in un universo fatto di tastiere taglienti come lame di rasoio e chitarre opulente che impreziosiscono il risultato finale.

il viaggio nell'esistenzialismo prosegue fino a "Zuflucht", dove finalmente la bestia interiore prende coscienza della propria ferocia, con una violenza inaudita che sconvolge nuovamente il sound dei Todtgelichter, innalzandoli oltre il precipizio del panorama musicale odierno.

8/10
Michela (Anesthesia)

Line Up:
Marta: vocals, screams
Frederic: guitars, backing vocals
Floris: guitars
Guntram: bass
Frieder: organ, synths
Tentakel P.: drums

www.facebook.de/Todtgelichter
www.todtgelichter.de (new launch until release) 

sabato 27 febbraio 2016

Balance Breach - Incarceration review

"Incarceration" EP


Release date: november 2015

Country: Finland

Genre: Progressive metal

Track List:
Incarceration
Deprivation
Useless Pray
Cast Aside
The Essence of Joy




La loro è una storia comune a moltissime giovani band. Due ragazzi si conoscono una decina di anni fa, decidono di formare una band e dopo aver assaggiato vari generi e provato numerose combinazioni, Antti Halonen e Terho Korhonen formano i Balance Breach.
Noi oggi, in questo sabato piovoso ve li vogliamo presentare. 

Dal momento che stiamo parlando di una band finlandese, perché snobbare il fatto che il loro suono sia tremendamente derivativo? Dal punto di vista musicale questa band non porta niente di nuovo sulle nostre tavole, ma ciò che rende buono un piatto spesso non è cosa c'è dentro ma come lo si cucina.

Basandosi su elementi thrash metal anni '90 ed aggiungendo un pizzico di tastiere alla Soilwork, Incarceration è quanto di più progressive si possa immaginare, con gli stessi pregi e difetti di moltissimi album fino ad oggi pubblicati, ma con quell'elemento "familiare" che ci fa sempre piacere ascoltare.

Se il confronto con band come Stam1na ed Omnium Gatherum viene naturale come respirare, meno naturale risulterà giudicare questi cinque pezzi, ancora incapaci di trovare un loro filo conduttore, con ancora un cantante che stenta a trovare la giusta collocazione, ma con una produzione alle spalle veramente stupefacente.

Le melodie sono molto orecchiabili così come la parte strumentale, le chitarre sono sicuramente il pezzo forte e quello in grado di mostrare più varietà ed affinità con band di grande spessore (come quelle già citate), dalle quali vengono presi i maggior spunti  e che permetterà loro di farsi conoscere...Speriamo non solo in Finlandia.

6.5/10
Micherla (Anesthesia)


Line Up:
Terho Korhonen
Saku Heimonen
Joni Härkönen
Aleksi Paasonen
Antti Halonen

Inverse Records presents: Kuoleman Galleria - Kärsimys Kunniaan


In the world of KUOLEMAN GALLERIA there is no place for faith and hope arises briefly when you are scratching the last wet match desperately with your numb hands to a matchbox cover only to feel warm for a second. KUOLEMAN GALLERIA creates the music unconditionally and do not bow to any direction. The music could be labeled as kind of black'n'roll that takes form in groovy songs not forgetting the madness lurking on the back.

KUOLEMAN GALLERIA was born in 2012 as a one man project and the drummer joined the band in 2013  when the first recordings were launched. In 2014 the guitarists completed the band's line-up. Soon after  that KUOLEMAN GALLERIA locked themselves up in a studio in late 2014 and early 2015 to create an album  that was later named after the first song on the album called "Kärsimys Kunniaan".    


Release date: 
Finland 19.2.2016
International 25.3.2016

venerdì 26 febbraio 2016

MORTIIS - L'INTERO ALBUM IN STREAMING‏



MORTIIS ha reso disponibile l'intero nuovo album in streaming su Metal Hammer UK. ‘

'The Great Deceiver’ uscirà il 4 marzo su Omnipresence e il pre-order è disponibile qui




WOLFMOTHER - VICTORIOUS review

"VICTORIOUS"

Release date: on 19th February 2016


Genre: Garage Rock

HometownSydney

Track List:
01 The Love That You Give
02 Victorious
03 Baroness
04 Pretty Peggy
05 City Lights
06 Simple Life
07 Best Of A Bad Situation
08 Gypsy Caravan
09 Happy Face
10 Eye Of The Beholder


"My guitar is not a thing. It is an extension of myself. It is who I am." - Joan Jett

Quando il destino di un artista scorre attraverso le corde tese della sua chitarra lo si capisce subito.
I WOLFMOTHER hanno atteso molto prima di pubblicare il seguito di Cosmic Egg (2009) proprio perché questo album doveva essere, prima di tutto, la celebrazione dell’arte del suo principale compositore.

Ripercorrendo a ritroso i medesimi comportamenti che portarono al debutto questa band nel 2004, “VICTORIOUS“  ne  rappresenta l’istantanea perfetta. Canzoni profonde e calde che esplodono come rocce infuocate baciate dal sole al tramonto e che mostrano, fin da subito, le proprie fattezze e quella sensibilità innata verso il garage rock più sofisticato e pieno di energia.

Se la peculiarità di molti chitarristi è quella di semplificare il proprio suono soffocando spesso la voglia di lanciarsi in riff possenti ed arzigogolati, qua tecnica e semplicità vanno a braccetto in un deserto afoso di note che accarezzano lo spirito. Dieci tracce che giocano a fare le rock star, tra straordinari assoli di chitarra dal ritmo gitano ed atmosfere selvagge strappate al deserto californiano che ci ha lasciato in eredità il viscerale suono psichedelico dello stoner rock dei Kyuss e quello più innovativo di "Songs for the Deaf" dei Queen Of The Stone Age.

Stilisticamente variegato, concettualmente strutturato sull'eccentrico rock anni ’70, il suono del WOLFMOTHER si propaga come un eco, riempiendo gli spazi vuoti e fornendo un ritratto il più curato possibile dello spirito del suo artista principale.

8/10
Michela (Anesthesia)


EFPIX - Evil Sides Review

"Evil Sides"


Release: 26 February 2016

Genre: Melodic death metal/Industrial

Hometown: Russia

Tracklist:

01. The Bells Of Destiny
02. It's Time To Die
03. God Is Our Entity
04. Forget Me
05. Evil Sides
06. Revenge
07. Don't Try To Escape
08. Space Invaders
09. The Slave Of Satan
10. Above My Mind

Tutti hanno un lato oscuro dal quale doversi guardare e la musica può essere un portale che conduce direttamente al suo centro più profondo.

Sono soprattutto alcuni suoni reiterati, continui, appena abbozzati in un insieme caotico ed informe a spalancare la porta di quell'abisso senza fondo dentro al quale cadere significa perdersi per sempre, senza la speranza di trovare mai una via d'uscita.

Di queste melodie incessanti, oscure, quasi folli è pieno il nuovo disco degli Efpix; Evil Sides è un vero e proprio tributo ad una certa inclinazione musicale che si fa specchio delle paure e degli orrori dell'animo umano, traducendo il tutto in un'esperienza musicale che attinge la sua anima più pura e vera da un deth metal contaminato da istanze industrial, veri elementi cardine dell'album che abbracciano un drumming veloce e martellante, toni atmosferici e dei synth epici.

Tra voci infernali che sembrano invocare la pazzia, il decadimento, la schizofrenia, la rabbia e la confusione miscelate abilmente ad un desiderio senza confini ed un disdegno verso il mondo e l'esistenza in generale che un po' sembra richiamare grandi nomi della musica, qui trasformate in vere e proprie influenze che permeano ogni brano e che vanno dagli Amon Amarth ai Rammstein, dai Pain ai Bloodbath, l'album si fa portavoce di un vero e proprio modo d'essere della stessa band che, attraverso la musica, esprime se stessa, il suo stato mentale e il proprio atteggiamento verso il mondo.

7/10
Dora

Line-up:
Alexander Kondrashov - Guitars / Vocals / Keyboards
Thomas Fossgreen - Bass
Max Suvorov - Guitars
Alexander Garnovesov - Drums

Links:

THE ORDER OF ISRAFEL unleash their second album via Napalm Records


Doom metal proudly wears the most sinful color of all when these Swedes THE ORDER OF ISRAFEL unleash their second studio album The Red Robes!

The four-piece has firmly established its very own brand of slow-motion goodness in 2016: folk and the NWOBHM play a big role in the THE ORDER OF ISRAFEL cosmos. The result is a wondrous, mystical piece of art featuring unforgettable vocals and ten-ton riffing that will haunt you for aeons!

The Red Robes is set to be released on May 27th via Napalm Records and will be available as 6 page digipack with bonus DVD, as well as 2LP Gatefold edition with bonus DVD.
  
The track listing reads as follows:
1. Staff In The Sand
2. The Red Robes
3. In Thrall To The Sorceress
4. Swords To The Sky
5. Von Sturmer
6. Fallen Children
7. A Shadow In The Hills
8. The Thirst

Bonus DVD: Live At Sweden Rock Festival 2015
1. The Noctuus
2. The earth will deliver what heaven desires
3. On black wings, a demon
4. Promises made to the earth
5. Wisdom/Morning sun (Satanas)

For More Info Visit:

Season Of Mist presents: WORMED Unveil Third Song of New Album

Spanish technical death metal masters WORMED are premiering the third track taken form their forthcoming third full-length 'Krighsu', which has been slated for worldwide release on March 18th. 

The track "Agliptian Codex Cyborgization" is now exclusively streaming via Stereogum.com at the link below:


Artwork and tracklist of 'Krighsu' can both be viewed below. The cover has been designed by vocalist Phlegeton: www.phlegeton-art.com

Tracklisting
1. Pseudo-Horizon
2. Neomorph Mindkind
3. Agliptian Codex Cyborgization
4. The Singularitarianism
5. Eukaryotic Hex Swarm
6. Computronium Pulsar Nanarchy
7. A-Life Omega Point
8. 57889330816.1
9. Zeroth-Energy Graviton 
10. Molecular Winds


Line-up
Phlegeton: vocals
J. Oliver: guitars
Migueloud: guitars
Guillemoth: bass
G-Calero: drums



Gorguts reveal first excerpt and details of new EP

Season Of Mist presents  


Canada's long-running and much loved craftsmen of technical death metal are returning with a 33-minute song. Entitled 'Pleiades' Dust' this complex, image evoking, and masterly arranged eponymous track fills an entire EP, which has been slated for release on May 13th. GORGUTS are now exclusively streaming part II of the song, called "Wandering Times". You can listen to it at the link below:



Mastermind Luc Lemay comments: "As our EP 'Pleiades’ Dust' consists out of a single long narrative composition, it was not written with the intention of being edited in segments. As the storyline proceeds in chapters though, I was able to isolate this part called 'Wandering Times' which will give the listener a good idea of the composition aesthetics which are present throughout the whole piece. The lyrics tell the story of the 'House of Wisdom', which is referring to a library that was based in Baghdad sometime between the 8th and the 13th century. There much of the intellectual activity of the Middle Age took place while Europe was stuck in the Dark ages after the fall of Rome. Many scientific discoveries were made at the time such as algebra, optics, astronomy, and many more... Without the translation movement that brought this library to life, we would have never had the Renaissance that we know. It is a story about curiosity, beautiful minds and sadly, about how man destroys great discoveries and achievements."

Cover artist Zbigniew M. Bielak adds: "As a child I was fascinated by the Middle East. My uncle used to work on civil engineering contracts in Libya and Iraq, so we kept receiving exotic, mosque-graced postcards throughout the otherwise lacklustre eighties behind the Iron Curtain. I have a genuine affection towards the region’s architecture, climate and aesthetics, therefore it was a pleasure to illustrate Luc Lemay’s new concept album, which is a tribute to the scientific heritage of the Islamic Golden Age. Although the pun of the album title was not intended – as much as NASA supercomputer Pleiades today, Baghdad’s Bayt al-Hikma – The House of Wisdom, epitomized the Middle East’s scientific sophistication. Boasting the largest library of the medieval world, this vibrant multicultural research and educational centre, drew in learned scholars including those of Jewish, Christian or Buddhist origin to translate, preserve and further develop important works of scholarship from across Europe and the Middle East whilst the Occident regressed into Dark Ages. Spanning from the 8th century of our calendar to its symbolic ending with Genghis Khan's grandson’s bloody Siege of Baghdad in 1258, resulting in obliteration of the House of Wisdom, The Golden Age of Islam left the world much indebted also to its numerous original contributions in diverse fields. From astronomy and medicine, to humanities and mathematics, Islam's heritage helped pave the way for the rise of the West to its present prominence. The mind-bending intricacy of  GORGUTS' aural landscapes portrayed in this single, over thirty minutes long piece of almost classically structured music, lends an aptly dramatic narrative to the story of a leading civilisation abruptly returned to dust."
Photo-credit: Jimmy Hubbard

GORGUTS are furthermore revealing the artwork of 'Pleiades' Dust', which  was created by renowned Polish artist Zbigniew M. Bielak (MAYHEM, ZHRINE, GHOST). It can be viewed together with the tracklist (we actually have humour) below. 

Tracklisting
1. Pleiades' Dust

When it comes to GORGUTS, you have to expect the unexpected. In an age of a postulated clash of cultures, mastermind Luc Lemay delivers a piece of music that is conceptually and lyrically based on the "House of Wisdom", a medieval library based in Baghdad and at the heart of the Golden Age of Islam with its many scientific breakthroughs in various fields of learning. As Luc comments: "It is a story about curiosity, beautiful minds and sadly, about how man destroys great discoveries and achievements." Musically there is more narrative feeling as each section is introduced in such a way that every riff has the space to evolve like a character in a story.

The stunning cover art created to reflect this concept has been specially created by renowned Polish artist Zbigniew M. Bielak (MAYHEM, GHOST, ZHRINE et. al.).

Few extreme bands can boast the pedigree of GORGUTS. During their early days as part of death metal's first wave, they created a legacy of legendary releases including their debut album 'Considered Dead' (1991) and its more experimental and technical follow-up 'Erosion of Sanity' (1993). After a hiatus of five years, Luc Lemay returned with a new line-up, which released the highly acclaimed and seminal third full-length 'Obscura' (1998). By then GORGUTS had been busy at expanding and redefining the language of death metal. With a new line-up that left Lemay as the sole original member, the next milestone album was released under the title 'From Wisdom to Hate' (2001).  

Yet again the band went into hibernation, while their musical legacy continued to inspire and thrive as their native Quebec became a focus for technical death metal with acts such as CRYPTOPSY, NEURAXIS, and BEYOND CREATION to name but a few following in their footsteps. After more than a decade of silence, mastermind Luc Lemay unleashed 'Colored Sands' (2013) with an all-star line-up including Colin Marston (BEHOLD THE ARCTOPUS), Kevin Hufnagel (DYSRHYTHMIA), and John Longstreath (ORIGIN, SKINLESS), who has in the meantime been replaced by Patrice Hamelin (QUO VADIS, BENEATH THE MASSACRE). 

Now GORGUTS return with their most experimental song so far that combines all their virtues into one massive masterpiece. Lean back and listen carefully! 

Line-Up
Luc Lemay: Rhythm Guitar, Vocals
Kevin Hufnagel: Rhythm & Lead Guitar
Colin Marston: Bass
Patrice Hamelin: Drums

Style: Progressive / Technical Death Metal



Artwork: Zbigniew M. Bielak





giovedì 25 febbraio 2016

RIVER BLACK sign to Season of Mist

Season of Mist is proud to announce the signing of RIVER BLACK.

RIVER BLACK is an emotional reaction; an answer to the call of today's heavy music. It is a creative process that journeys to the heart and soul; purging all the good, the bad and the ugly along the way.

RIVER BLACK includes four veterans of the metal scene in its ranks;  guitarist John Adubato (ex BURNT BY THE SUN), vocalist Mike Olender (ex BURNT BY THE SUN / FOR THE LOVE OF... / ENDEAVOR), bassist Brett Bamberger (REVOCATION, PUBLICIST UK, ex EAST OF THE WALL), and Dave Witte (MUNICIPAL WASTE, PUBLICIST UK, ex BURNT BY THE SUN / DISCORDANCE AXIS / HUMAN REMAINS / etc. ) on drums.




RIVER BLACK was formed by Adubato and Witte after the dissolution of BURNT BY THE SUN . The duo felt the need to keep the spirit and energy behind that going, pushing it a darker and heavier direction than anything in their collective past,and enlisted long-time friend Bamberger. After working through a few different line-ups, the trio brought Olender into the fold. Witte explains, "I've always had a strong connection with John and his riffs. Somehow, he's able to pull things out of me drumming-wise that no one else can. I found a rhythm partner and brother in Brett over the years, so those two together are the ultimate wing men for me so-to-speak. Adding Mike back into the fold was the puzzle piece that had been missing the whole time we've been working on this project."

RIVER BLACK are currently recording at New Jersey’s Trax East studio (DILLINGER ESCAPE PLAN, HATEBREED, DEADGUY, THE BLACK DAHLIA MURDER) with producer Eric Rachel (SKIDROW, MUNICIPAL WASTE, GOD FORBID) for their Season of Mist debut in late 2016.

Additionally, RIVER BLACK have announced their first-ever live performance. The show will happen Friday, April 15th as part of the first day of the 2016 New England Metal & Hardcore Festival. For more details please access www.metalandhardcorefestival.com



THE UNGUIDED - Lust and Loathing review

"Lust and Loathing" 


Release: 26 February 2016

Genre: Modern Metal

Hometown: Sweden

Tracklist:
01. Enraged
02. The Worst Day (Revisited)
03. King Of Clubs
04. Heartseeker
05. Phobos Grip
06. Blacked Eyed Angel
07. Operation E.A.E.
08. Boneyard
09. Hate (And Other Thriumphs)

Ci sono dei momenti in cui devi solo alzare al massimo il volume dello stereo e goderti la musica, entrare in un mondo parallelo e lasciarti trasportare dalle immagine che le note riescono ad evocare, così potenti, intense e mirate da farti quasi vivere, per il breve attimo di nove tracce, un'altra esistenza, magari quella di un cacciatore di mostri in uno scenario post apocalittico, o di un soldato costretto a combattere contro entità malvagie e crudeli, o ancora un ignaro essere umano trovatosi per caso in mezzo ad un pericolo mortale e trasformatosi d'improvviso nell'eroe che può salvare la situazione.

Tanti sono gli scenari possibili, ancora di più quelli che la fantasia di ognuno riesce a suggerire al cervello, ma tutti accomunati da un'unica cosa: la musica dei The Unguided, potente ed evocativa al punto giusto, la perfetta colonna sonora di un videogioco o di una realtà alternativa nella quale è la musica stessa la vera protagonista, il demiurgo capace di condurre la storia al suo epico finale e dove noi siamo solo pedine che si lasciano guidare da questo deus ex machina che tira le file di tutto quanto e che risolve la situazione quando ormai non sembra più esserci nulla da fare.

I riff sono potenti, concitati e grandiosi, un po' come le voci di Sjunnesson e Johansson che si sfidano in un epico duello combattuto tra un clean melodico ed un ringhioso quanto crudele tra lo scream ed il growl prepotente e di grande impatto emotivo, il tutto condito da dei synth che non mancano mai di dare quel guizzo moderno ed elettronico ed una batteria sostenuta e decisa.

A cavallo tra i Bring Me the Horizon e gli In Flames, Lust and Loathing offre una vastissima gamma di sonorità e di emozioni che si sedimentano dritte nelle profondità del cuore, restando lì a vibrare con la stessa potenza e grandiosità di un gruppo che certamente ha una grande strada davanti a sé.

8/10
Dora


Line-Up:
RICHARD SJUNNESSON - Vocals
ROLAND JOHANSSON - Vocals/Lead Guitar
ROGER SJUNNESSON - Guitar/Keys
HENRIC LILJESAND - Bass
RICHARD SCHILL - Drums

Links:

Photo Credit: 
Patric Ullaeus



THE HYPOTHESIS JUST RELEASED THEIR SECOND SINGLE IN SPOTIFY

Picture by: Jonne Suikkanen

Finnish modern metal band THE HYPOTHESIS released their second single from the upcoming debut album.

THE HYPOTHESIS, a Finnish band playing modern metal, has released their second single called ”Shades to Escape”.  Single is now available in Spotify and other streaming services. The Hypothesis has made a label deal with Inverse Records and the upcoming  album ”Origin” will be released 5th May 2016.

New song ”SHADES TO ESCAPE” is released in Spotify:

Previous single ”EYE FOR AN EYE” 



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mercoledì 24 febbraio 2016

BLACK SLEEP - The Whales of the Grey Sea Review

"The Whales of the Grey Sea"



Release: 26 February 2016

Hometown: Finland

Genre: Alternative Metal

Tracklist: 
01. Tiny Pieces
02. Soulcatcher
03. 2013
04. Choices
05. Moonsick
06. Animal Puppets




Patinato, tumultuoso, un oceano in sommossa dentro al quale si combattono piccoli e grandi drammi dell'esistenza, dove restare a galla sembra essere l'unica cosa che conta davvero, la sola che abbia davvero importanza. è questa la prima, immediata sensazione che si ha nell'ascoltare questo album di debutto dei finlandesi Black Sleep che con The Whales of the Grey Sea sembrano restituirci i brandelli alla deriva di una musica andata in frantumi, disgregatasi sotto la potenza di un cupo mare funestato dalla tempesta.

Sei brani molto intensi punteggiano un percorso quasi intimo suonato con una certa eleganza, ma non scevro da imperfezioni che si traducono in un leggero squilibrio tra la parte canora e quella musicale, dove i piatti della batteria sovrastano un po' troppo una voce che sembra l'eco di un grido lontano disperso tra i flutti, inghiottito dall'acqua salmastra del Baltico.

Eppure tutto questo sembra costituire allo stesso tempo il fascino intrinseco dell'album, una metafora efficace quanto potente di un eterno fluttuare alla ricerca di una riva, di un appiglio, alla scoperta di una salvezza che la musica stessa può dare e che, forse, i Black Sleep meritano almeno in attesa del prossimo lavoro discografico.

6.5/10
Dora


Line-Up:
EETU MOISIO - vocals + machines
KIM KRAPPALA - bass
JOONA ALAMÄKI - guitar
MIKA KETTUNEN - drums

Links:

ADEPT - Sleepless review

"Sleepless" 

Release Date19 February 2016

Label: Napalm Records 

Country: Sweden

Genre: post hard core

Track List:
Black Veins
Wounds
Dark Clouds
Carry the Weight
Rewind the Tape
Down and Out
The Choirs of Absolution
Lights
The Sickness
Sleepless

L’alternanza di alti e bassi nella vita non solo influenza le nostre scelte, ma va anche ad intaccare la parte più vera di noi stessi, alterandone l’aspetto. Gli svedesi Adept ne hanno passate talmente tante, nel corso della loro carriera, che sarebbe davvero troppo aspettarsi una band statica e immutabile.

Sleepless” gioca col chiaro-scuro dei raggi del sole che filtrano attraverso le persiane socchiuse, il risveglio dei sensi che mostrano al mondo la loro fragilità prima di prendere coscienza di se stessi. 

Possiamo chiamarla prova di orgoglio, mossa strategica o più semplicemente voglia di suonare la propria musica preferita, ma in ogni caso rimane il fatto che un disco debba innanzitutto catturare l’attenzione.  Purtroppo il quarto album del quintetto di Trosa è composto da troppe tracce che barcollano su se stesse e non riescono a concederci il beneficio del dubbio per proseguire l’ascolto.

L’album vorrebbe almeno accarezzare gli apici straordinari dell'ultimo capolavoro dei Lamb Of God “Sturm Und Drang” ed arruffianarsi la parte più sbarazzina dei Bring Me The Horizon, ma finisce per respirare l’aria malsana di moltissime band metalcore prive di originalità. Una stanza affollata in cui si cerca inutilmente di assottigliare, con un rimpasto di cori sfumati e rudimenti di metal progressivo, il divario tra gli Adept di un tempo ed il resto del mondo.

Tra i brani che provano ad emergere, merita sicuramente un plauso “The Choirs of Absolution”, che prova a sistemarsi almeno emotivamente vicino ai Glassjaw  di Worship and Tribute, risollevando le sorti di un album troppo vicino a diventare l’antitesi della gruppo che l'ha creato.

5.5/10
Michela (Anesthesia)


Line Up:
Robert Ljung (Vocals)
Jerry Repo (guitars) 
Filip Brandelius (bass) 
Gabriel Hellmark (drums)  
Gustav Lithammer (guitars)