mercoledì 30 settembre 2015

Electric Six: Bitch, Don't Let Me Die! - review

Bitch, Don't Let Me Die!


Release date: 2 October 2015

Track List:
01 - Drone Strikes
02 - Two Dollar Two
03 - Kids are Evil
04 - Roulette!
05 - A Variation of Elaine
06 - Slow Motion Man
07 - Big Red Arthur
08 - Dime, Dime, Penny, Dime
09 - If U R Who U Say U R
10 - When Cowboys File for Divorce
11 - Take Another Shape
12 - Electric Six



Perché dobbiamo morire? Perché ci danniamo l'anima per decenni senza  poter godere in eterno di ciò che abbiamo creato? Una delle tantissime domande che rimarranno sempre prive di risposta. 

L'alternative rock band Electric Six aggiunge al proprio palmares l'undicesimo album, dal titolo volutamente provocatorio "Bitch, Don't Let Me Die!", che Metropolis Records regalerà  tutti i fan della band il prossimo 2 ottobre. 

Una corsa avanti e indietro nel tempo, scandita da abbaglianti rintocchi glam rock alla Ziggy Stardust e suoni avveniristici, dove sorprendenti effetti  chitarra/synth risaltano le profonde tematiche esistenziali ed inebriano con l'inconfondibile stile policromatico del gruppo.

Un circolo vizioso dove i potenti sembrano essere l'unica razza in grado di sopravvivere, mentre il genere umano è destinato ad estinguersi beandosi  dell'unica cosa che sarà in grado di lasciare ai posteri:  l'arte.

La genesi di un suono che nasce dal manifesto  pop moderno ed un desiderio quasi di alienazione post rock, mettendosi al servizio di un pittore fantasioso e capace di riempire la tela delle canzoni con mille sfumature che danno profondità ed anima.

7.5/10
Michela

Line Up:
Dick Valentine (vocals)
Da Ve (guitar)
Johnny Na$hinal (guitar)
Tait Nucleus? (synths) 
Smorgasbord! (bass)
Percussion World (drums)


MONSTER MAGNET - Cobras and Fire (The Mastermind Redux) Review

Cobras and Fire (The Mastermind Redux)


Release: 2 October 2015

Tracklist:
01. She Digs That Hole
02. Watch Me Fade
03. Mastermind '69
04. Hallucination Bomb
05. Gods And Punks
06. The Titan
07. When The Planes Fall From The Sky
08. Ball Of Confusion
09. Time Machine
10. I Live Behind The Paradise Machine Evil Joe Barresi's Magnet Mash Vol.1


Signori e signore benvenuti sul volo per il New Jersey; vi preghiamo di accomodarvi ai vostri posti, di distendervi e rilassarvi, di prepararvi all'ascolto di un buon alternative metal d'annata e di allacciare le cinture di sicurezza: il viaggio inizia e si prevedono turbolenze musicali!

Se il nuovo disco dei Monster Magnet fosse realmente un volo di linea, l'annuncio che dovrebbe precedere il suo ascolto sarebbe esattamente questo: mettetevi comodi e preparatevi ad affrontare un viaggio all'interno della storia di una band che, ormai dal 1989, non smette di stupire e di sconvolgere, piegano al proprio volere le note che si lasciano guidare come serve fedeli assoggettate alla potenza dei loro padroni.

Quello proposto in Cobras and Fire (The Mastermind Redux) è una passeggiata a ritroso nel tempo che raccoglie a piene mani l'eredità di un disco di cinque anni fa, Mastermind appunto, qui rivisto e corretto, riadattato ed espanso attraverso elementi ormai noti e consolidati che vengono inghiottiti e riarrangiati in quella che sembra essere un'orgia musicale al cardiopalma.

A volte basta solo uno spunto, un brandello di una vecchia canzone, altre volte si parte da una suggestione, da una frase, da un frammento, ma nonostante tutto l'album suona come qualcosa di totalmente nuovo, vibrante di un'energia vitale inespressa che trasforma il noto in qualcosa di inaspettato, lasciandoci a bocca aperta traccia dopo traccia, minuto dopo minuto attraverso l'aggiunta di strumenti nuovi, come sitar e pianoforte, che si mescolano a vecchie sonorità di basso e chitarra, rispolverate e rivisitate per creare un'esperienza musicale unica.

E così, accanto ad assoli di chitarra in puro stile rock old school della opener "She Digs That Hole", troviamo melodie arricchite da un organo potente e cupo in "Watch Me Fade" che supporta al meglio la prestazione vocale di un Wyndorf in gran forma; al ritmo sabbioso e psichedelico di "Hallucination Bomb" si accompagna quello più spinto, arrugginito e sporco di "Gods And Punks", forse meno grintoso dell'originale ma non per questo di inferiore impatto. Non mancano poi incursioni totalmente strumentali che variano molto l'andamento del disco rendendolo sempre interessante, mai monotematico.

Il lavoro dei Monster Magnet è sempre di livello e anche questa volta colpiscono nel segno con queste nuove, vecchie tracce che sono una vera e propria turbolenza nel nostro lungo viaggio nel cielo della musica.

7.5/10
Dora



Band Members:
Dave - bass/vocals
Erik - guitar/vocals/theremin
Mike - drums/percussion

martedì 29 settembre 2015

Electric Deathbeat "DEAD ECHO PARANOIA" review

DEAD ECHO PARANOIA ELECTRIC


Release date: 10 Luglio 2015.


Track List:
01. A Parade For Fools 
02. Death Beats The Tainted 
03. Coal Dust Tears 
04. Incantation Code NR.6 
05. Sister Sin 
06. Dead Echo Paranoia 
07. Oceans Aove, Haven Below 
08. Cut ’Em Ropes 
09. With A Poisonous Kiss 
10. X-Stacy In Chains 
11. End Of Horizon 




Nell’era che ha visto Papa Emeritus III detronizzare il Reverendo Manson e bellissime ragazze sfilare sulla passerella del black metal come Myrkur, pensare di potersi ancora ritagliare un posticino in questo campo sembrerebbe impossibile.

Nato inizialmente come un progetto solista del vocalist J.V., è nel 2014 che gli Electric Deathbeat iniziando a prendere consapevolezza dei loro mezzi, pubblicando lo scorso 10 luglio il loro album di debutto "DEAD ECHO PARANOIA".

Un banchetto luculliano dove capricciosi Dope si nutrono della parte più marcescente dei Rammstein e quella più gotica dei Deathstars, dai quali sembra che la band finlandese abbia attinto maggiormente le proprie ispirazioni.

Le diverse tonalità vocali utilizzate nei brani, soprattutto quelle melodiche, chiamate a far da contraltare ai poderosi riff, hanno senza dubbio un gran impatto emotivo ma mettono in evidenza una capacità di arrangiamento ancora un po' acerba. Come spesso accade, a metter troppa carne al fuoco si rischia di diventare sazi ancora prima di arrivare alla fine. 

Pur comprendendo l'euforia che si manifesta ad ogni debutto, ritrovarsi di fronte ad una tavola troppo imbandita può disorientare. Dead Echo Paranoia” è un buon album che deve ancora imparare a dosare bene gli ingredienti e tirar fuori quel pizzico di originalità in più.

Comunque un buon inizio.

6.5/10
Michela
Line Up:
J.V. - vocals, guitar, synths & programming
A.V. - bass guitar
J.E.H. - guitar
J.T.H. - drums 

lunedì 28 settembre 2015

REBELLION – WyrdBiðFulAræd - The History Of The Saxons review

WyrdBiðFulAræd - The History Of The Saxons



Release Date: 25.09.2015

Track List:
1. Irminsul
2. God Of Mercy
3. Sahsnotas
4. Take To The Sea
5. Hengist
6. Runes Of Victory
7. Slave Religion
8. The Fall OfIrminsul
9. Hail Donar
10. Blood Court
11. The Killing Goes On
12. WyrdBithFulAraed


Nati da una costola dei Grave Digger, i Rebellion sono tra le band più prolifiche della scena heavy/power metal teutonica. Assimilando nel proprio DNA le parti salienti della storia del popolo sassone conquistano i loro fan tra storie fantastiche e racconti avvincenti di un passato glorioso.

Il nuovo album "WyrdBiðFulAræd - The History Of The Saxons" narra la storia dei sassoni fino al dominio di Carlo Magno, passando attraverso battaglie ideologiche in nome di una devozione religiosa pagana.
Il cambio di line up ha risparmiato i due membri fondatori della band, il chitarrista Oliver Geibig ed il bassista Tomi Göttlich, ma non sembra aver giovato tantissimo alla band, che si ritrova a dover fare i conti con un'espressività combattiva ed esuberante, ma anche un po' inconcludente. 

Registrato, mixato e masterizzato dalla premiata ditta Geibig/ Göttlich, l'album si presenta molto solido e  coinvolgente nelle parti più epiche e rappresentative, mentre la voce di Michael Seifert, elemento determinante nel genere suonato, tende a scimmiottare Chris Boltendhal e stenta ad imporre la propria personalità.
Il suono si evolve in più di un'occasione, mettendo in prima linea ottimi arrangiamenti ed atmosfere epiche, ma è sempre il timbro sgraziato del vocalist a far cadere un po' in disgrazia l'ottimo lavoro svolto dal resto della band.

Danzano gradevoli le chitarre mostrando fiere le proprie origini tra Accept e Judas Priest, risuonando nell'aria come canti allegorici e spade sguainate al banchetto d'onore del loro dio pagano.

Ultimo atto di un viaggio attraverso la storia, che scivola leggera costruendo pezzo per pezzo un'atmosfera generalmente piacevole, densa e al tempo stesso oscura.

6/10
Michela

LINE-UP
Michael Seifert - Vocals
Oliver Geibig - Guitar
Stephan Karut - Guitar
Tomi Göttlich - Bass
Timo Schneider - Drums

venerdì 25 settembre 2015

“Back to Nowhere” - IL NUOVO ALBUM DEI MERCUTIO


Tutti i dettagli di “Back to Nowhere”, l’album di debutto della band alternative rock Mercutio.

I Mercutio, italiani ma di stanza a Londra, pubblicheranno il loro attesissimo album di debutto “Back to Nowhere” il 13 Novembre su Ingrooves (digitale) e Repubblic of Music (fisico) in Italia, Germania e Regno Unito per DIVERGE Records e Giovanna Romagnoli (Premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso).

L'album, registrato agli Assault and Battery Studios di Londra, è stato co-prodotto artisticamente da Gianluca Cucchiara e Andy Wright - produttore, tra gli altri, di Jeff Beck, Simple Minds e Annie Lennox -, mixato da Gavin Goldberg e masterizzato da Gianluca Vaccaro.

Ospite speciale del disco è Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree, che suona su “In Front Of You”. Al riguardo la band dichiara: “Mr. Colin Edwin ci ha sempre colpito per la sua classe. E' un musicista che ci ha stupefatto dal vivo ed emozionato sui dischi. Siamo orgogliosi di avere la sua collaborazione sul nostro lavoro, puntualmente arricchito dal suo stile bassistico solido ed elegante”.

Il primo singolo “Back To Nowhere” che dà il titolo all'album, è stato mixato e prodotto da Alan Moulder (Foo Fighters, Arctic Monkeys, Nine Inch Nails e Royal Blood) vincitore nel 2014 del Brit Award come miglior produttore inglese.

È disponibile da alcune settimane il secondo singolo "No Compromise", presente anche nella colonna sonora del film "L'Esigenza Di Unirmi Ogni Volta Con Te" con Marco Bocci e Claudia Gerini in uscita nelle sale italiane il 24 settembre 2015. Il film di Tonino Zangardi, presentato anche al Concorso Ufficiale al Montreal World Film Festival, è tratto dall'omonimo romanzo dello stesso regista che ha già venduto oltre 30.000 copie.
Il videoclip di “No Compromise” è stato girato a Londra con la band da Tonino Zangardi e contiene inoltre in anteprima esclusiva le immagini tratte dal film.
 “Il film parla di gente comune, un uomo e una donna, che decidono di rivoluzionare il corso delle proprie vite, con coraggio e determinazione, rischiando tutto pur di non scendere ad alcun compromesso”, dichiara la band.

“Back to Nowhere” tracklist
01 Shed You Skin
02 Back To Nowhere
03 A Part of Me
04 Anytime
05 Fake
06 No Compromise
07 Hail The Night
08 In Front Of You
09 Mother
10 Set Me Free
11 The Ghost That Is You
12 Reasons To Erase

Il 2 Ottobre la band si esibirà al Soul Kitchen di Fermo, mentre Il 3 Ottobre i Mercutio saranno ospiti del MEI 2015.


LINE UP:
Mirko Petrini (voce)
Fabio Staffieri (chitarra)
Emanuele Nazzaro (basso)
Francesco Lucidi (batteria)



giovedì 24 settembre 2015

Theatres Des Vampires set to return to the UK after five years




Theatres Des Vampires - Italy's leading metal band for all things vampyric - are set to return to the UK in April 2016 for their first UK show in five years. The vampire metal coven, fronted by Sonya Scarlett, have been announced to headline the Midnight Waltz at the Northern Symphony Festival, where they will join the likes of Alwaid, Suddenlash and Orpheum plus a whole range of bands that are still to be announced.


Formed in 1994 by former vocalist Lord Vampyr, Theatres Des Vampires have rose through the ranks of Europe's metal scene and have gone onto release several studio albums with another currently in the works. 


The line-up for Northern Symphony Festival is currently as follows:

Midnight Waltz Stage:
Theatres Des Vampires
Alwaid (Special guest appearance)
Orpheum
Suddenlash (UK festival debut)

Infernal Orchestra Stage:

TBA

Further bands are still to be announced. A limited number of early bird tickets are still available for £10 from this location. Tickets will be priced at the full price of £15 at midnight 15th November or when all early bird tickets sell out.



Northern Symphony Festival is the UK's only symphonic metal festival and will take place on Saturday 16th April 2016 at The Venue and The Riverside in Selby, North Yorkshire. The event is 14+.



Further details can be found at the festivals Facebook page.

GLORYHAMMER - Space 1992: Rise of the Chaos Wizards Review

Space 1992: Rise of the Chaos Wizards


Release: 25 September 2015

Tracklisting:

01. Infernus Ad Astra
02. Rise Of The Chaos Wizards
03. Legend Of The Astral Hammer
04. Goblin King Of The Darkstorm Galaxy
05. The Hollywood Hootsman
06. Victorious Eagle Warfare
07. Questlords Of Inverness, Ride To The Galactic Fortress!
08. Universe On Fire
09. Heroes (Of Dundee)
10. Apocalypse 1992


Along time ago in a Galaxy far, far away...

Anno 1992. Sono passati mille anni da quando il coraggioso Angus McFife ha sconfitto il malvagio stregone Zargothrax nella battaglia di Dunfermline, intrappolando il mago in una prigione di ghiaccio. La pace sembra regnare sovrana, ma mistici occulti tramano nell'ombra e attraverso i loro poteri bramano di rovesciare le galassie nuovamente nel caos, ridando il potere al loro malvagio padrone. Il destino dell'Impero Galattico di Fife ora è in bilico ancora una volta...

Per chiunque si fosse sintonizzato solo ora, una precisazione: tranquilli, non ci siamo trasformati in una webzine di cinema e questa non è la trama del nuovo capitolo di Guerre Stellari, bensì la storia del nuovo disco dei Gloryhammer, Space 1992: Rise of the Chaos Wizards, che, a fine settembre, sarà capace di conquistare se non proprio tutte le galassie vicine e lontane, almeno tutti gli abitanti della Terra.

Il concept dell'album si riallaccia a quello che lo ha preceduto, raccontando una storia che ormai ci ha avvinti tutti e che promette di lasciarci ancora una volta con il fiato sospeso. Riuscirà Angus McFife a risollevare l'Impero Galattico dalla sua sorte sventurata? È questo quello che si chiedono tutti coloro che si sono appassionati a quella che non è semplicemente musica, ma qualcosa di molto di più: un mondo a parte, un universo parallelo, la quintessenza del divertimento supportata da una scrittura accattivante, colpi di scena a non finire supportati da una band che qui sembra dare il massimo, estendendo i confini già illimitati di un mondo che vuole essere ancora esplorato.

Il power metal dei nostri eroi si adatta perfettamente a questo mondo immaginario, tra battaglie spaziali combattute al suono di riff galattici, synth pesanti, psichedelici turbinii che cavalcano l'onda di un metal epico capace di vestirsi come la piùstramba e sfacciata colonna sonora di tutti i tempi.

Il momento clou dell'album lo si raggiunge con “Apocalypse 1992” che chiude in bellezza questo viaggio a cavallo di stelle comete e pianeti sull'orlo della catastrofe, lasciandoci con una manciata di polvere di stelle tra le mani in attesa di sapere cosa ne sarà del futuro delle Galassie.

8/10
Dora

Thomas Winkler - Voice-Modulated Star Nucleus
Paul Templing - Dark Matter String Manipulation Interface
James Cartwright - Trans-Dimensional Subsonic Cluster
Christopher Bowes - Positronic Oscillator Command
Ben Turk - Percussive Phi-Quason Battery 


SAN LEO: "XXIV"

SAN LEO - "XXIV"

Label: Corpoc / Tafuzzy Records

Pubblicazione:
3 Novembre 2015 – anteprima streaming in esclusiva su bastonate.com
8 Novembre 2015 – uscita Lp/digitale & Release party @The Night of Cusso Duro Circolo Arci Albini Saludecio (RN)



 Tracklist :

"Ammirando pilastri di roccia arenaria, ci ritrovammo a precipitare come foglie verso il brulicante cuore della materia" 

"Alla deriva, incantati dalle rifrangenze del sole e cullati dalle onde, fino al sopraggiungere del gelido terrore: pinne brune tutt'intorno" 

"Relegati nelle vastità di grotte sotterranee, celando tutta la rabbia e l'antico rancore nelle stanze di pietra viva" 

"A piedi scalzi, su rocce acuminate e sentieri scoscesi, per raggiungere la vetta e disintegrarsi alla luce del sole" 

Comunicato stampa:
I San Leo, nati da una costola dell’alchimista esoterico Conte di Cagliostro rinchiuso in prigionia nella rocca del paese che prende il nome del santo, sono un gruppo musicale nato nella prima metà del XXI Secolo, nella Romagna Sud-Occidentale, costituito da riferimenti al sacro e al profano in una visione che si colloca al di fuori della contemporaneità.
Live  evocativi, caratterizzati da crescendo post-rock mai banali che si frantumano su geometrie kraut e spigolosità math, proiettando veri e propri film immaginari nell’ascoltatore. Ampi paesaggi sonori, nati da una ristrutturazione del classico binomio chitarra-batteria, in viaggio verso distorsioni monolitiche e rifrangenze sibilline, attraverso elasticità quasi free-jazz, in tensione costante fra la contemplazione di piccole gemme melodiche e l’abbandono a granitici mantra.

XXIV, il disco d’esordio, si presenta con quattro tracce dai titoli che descrivono, con dovizia di dettagli, gli scenari creati dalle lunghe suite strumentali.

Il disco (in uscita rigorosamente vinilica) ha pertanto una grana sonora calda e senza fronzoli, in grado di arrivare direttamente alle viscere dell’ascoltatore.


Credit:
Marco Tabellini: chitarra
Marco Migani: batteria

Contact:
http://sanleo.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/sssanleooo
http://www.corpoc.com/
http://www.tafuzzy.com/


mercoledì 23 settembre 2015

Tantrum: Devirginized review

"Devirginized" 


Release date: September 25th 2015 


Label: Inverse Records


Track List:
1. Time To Fight
2. Look Further
3. Rebel
4. The way
5. Cursed In Eternity






Quando il modo migliore per realizzare i propri sogni è quello di non farli morire.

Il tempo passa ma non le passioni, esse continuano a vivere dentro di noi e rimangono li finché noi non permettiamo loro di venir fuori nuovamente. I suoni emergono più maturi, figli di un percorso formativo sia individuale che morfologico che acquisisce mano a mano sempre più consapevolezza.

I Tantrum sono una metal band tedesca fondata nel 1998 e spentasi poco dopo. A distanza di molti anni i due membri fondatori hanno deciso di riaprire il baule dei ricordi dando così vita ai Tantrum 2.0.

Il nuovo album "Devirginized", la cui pubblicazione è prevista per il prossimo 25 settembre per l’etichetta finlandese Inverse Records, è un pacchetto all inclusive di thrash e death metal che attinge dalle nuove generazioni che stanno cavalcando l’onda anomala del music business.

La band si spinge ai limiti dei due generi cercando di trarne il maggior beneficio possibile rischiando però di non dare la giusta linea melodica all'album che appare, in alcune situazioni, un po’ confusionario. La brevità delle tracce in termini numerici non appaga la sete di rinascita andando a discapito di una insicurezza stilistica che appare evidente.

Dall'approccio iniziale pieno di forza e vitalità grazie ai potenti riff passiamo ad un anonimo bricolage di strumenti che si rafforzano solo grazie alle doti del vocalist Jo, unico punto di riferimento in un contesto poco originale. Le indubbie capacità della band arrivano con l’ultimo brano “Cursed In Eternity” dove finalmente i sogni diventano realtà e la musica prende vita.

Che questo possa servire per veder realizzati in futuro i propri desideri.

6/10
Michela


Line-Up
Jo - Vocals
Rauno – Bass
Meik – Guitar
Till – Guitar
Mirko – Drums

martedì 22 settembre 2015

HUNTRESS: "Static" - Review

"STATIC"

Label: Napalm Records 

Release: 25 September 2015

Tracklist:
01. Sorrow
02. Flesh
03. Brian
04. I Want To Wanna Wake Up
05. Mania
06. Four Blood Moons
07. Static
08. Harsh Times On Planet Stoked
09. Noble Savage
10. Fire In My Heart
Bonus tracks:
11. Black Tongue
12. Vultures Can Wait (7" vinyl exclusive)


Dallo storico quartiere dell' East Side di Los Angeles ritornano, con il loro terzo disco, gli Huntress che con Static cercano di superare il grandioso successo del loro album precedente, un trionfo di critica contro il quale chiunque avrebbe difficoltà a fare i conti.

Chiunque eccetto loro, capaci di replicare quella che per molti potrebbe essere un'impresa suicida, ma che per i quattro californiani è stato solo uno spunto per mettersi in gioco, arrivare ai confini del proprio talento e sì, perfino superandoli.

L'estensione vocale di quattro ottave di Jill Janus basta già di per sé a rendere ogni traccia un piccolo tesoro da scoprire.
Le mille e baluginanti sfumature ci fanno apprezzare testi e musica non solo dal primo ascolto ma soprattutto dai successivi, con un coinvolgimento quasi fisico del pubblico.
Testi crudi, occulti, morbosamente seducenti, capaci di racchiudere in ogni strofa un'oscurità latente e sottile, che ti serpeggia nella pelle e che mai ti abbandona.

Già con “Flash”, il lyric video che ha strizzato l'occhio all'uscita settembrina del disco, ha aperto la strada al desiderio di molti, non solo fan, di avere per le mani questo nuovo disco, ricco di riff poderosi e grintosi, assoli grandiosi, batteria spinta fino al limite del possibile, un basso che non ha paura di mettersi in mostra e, ovviamente, una gran voce graffiante e seducente.
Se pensate che tutte le tracce siano prepotenti e incazzate, in puro stile heavy metal, resterete certamente colpiti da “Mania” che si fregia di ottime chitarre melodiche capaci si variare notevolmente l'atmosfera del disco senza, però, appesantirlo o renderlo noioso.

Se la missione degli Huntress era quella di regalarci un album carico di slancio, orecchiabile, ma allo stesso tempo pesante e duro, allora possiamo sicuramente dire che hanno centrato l'obbiettivo!


7.5/10
Dora


Jill Janus - Vocals
Blake Meahl - Guitars
Eli Santana - Guitars
Tyler Meahl - Drums

lunedì 21 settembre 2015

Moloch - Verwüstung

"Verwüstung"


Release date: 25 March 2014

Track List:
01. Todesstille
02. Blutmond
03. Spiritueller Selbstmord
04. Negativität
05. Nur Der Tod Ist Wirklich
06. Die Kälte Der Ewigkeit
07. Du Bist Nichts In Dieser Sterbenden Welt
08. Verwüstung








E’ curioso come dietro a moltissime metal band, soprattutto provenienti dall'Est Europeo, ci sia spesso un solo uomo al comando.
Anche nel nostro caso specifico abbiamo un corpo pensante ed unico creatore pronto a fare e farsi ascoltare.

Sono venuta a conoscenza di Moloch soltanto pochi mesi fa direttamente dall'interessato e, come è nella nostra natura, ogni richiesta prima o poi viene esaudita.

“Verwüstung” va ad aggiungersi alla vasta gamma di album oscuri dalle forme sinuosamente melodiche ed esoteriche che, abbracciando il più classico dei lavori rimaneggia in modo perfetto la vecchia scuola death, arricchendola con arrangiamenti futuristici e distopiche sfumature ambient.

Sergiy Fjordsson spalanca le porte del suo oblio facendoci entrare nella propria cattedrale del suono, dove archi sospesi nel vuoto diffondono la propria melodia fra il gelido rintocco della chitarra e l’ancestrale voce del suo anfitrione.

Questo è l’ottavo album dell'artista ucraino che vanta numerose collaborazioni e produzioni, quindi, anche per i non amanti del genere vale comunque la pena approfondire la sua conoscenza.
Buon ascolto!

7/10
Michela


My Dying Bride "Feel The Misery" Review

"Feel The Misery"




Release date: September 18th 2015

Track Listing:
01. And My Father Left Forever
02. To Shiver In Empty Halls
03. A Cold New Curse
04. Feel The Misery
05. A Thorn Of Wisdom
06. I Celebrate Your Skin
07. I Almost Loved You
08. Within A Sleeping Forest





Una volta si usava trascrivere i propri pensieri su un piccolo quaderno che chiudevi con un lucchetto alla fine. Oggi ci sono molti modi per lasciar liberi i propri pensieri, scrivere recensioni può essere uno quelli.

Se è possibile lasciarsi andare davanti ad un tramonto mozzafiato, lo sarà ancora di più ascoltando "Feel The Misery", l'attesissimo album dei  My Dying Bride uscito lo scorso 18 settembre per Peaceville Records.

Nessun crepuscolo potrà mai eguagliare la bellezza di questi suoni, nessun dolore potrà mai essere cosi intenso come l'ascolto di questo album.

La facilità con la quale da sempre i MDB hanno descritto il dolore è la stessa con la quale Aaron Stainthorpe canta le sue melodie, passando da una voce baritonale, calda e asciutta, ad un timbro schivo e violento.

Passaggi ben eseguiti dal basso e dalla chitarra, che scivolano piano e si avvicendando in melodie ampie ed ariose, lasciano che batteria e tastiera avvolgano l'atmosfera offuscando la luce con i loro suoni cupi ed oppressivi creando un evocativo effetto funereo; la seconda parte dell'album è caratterizzata da cori che ben si armonizzano con il resto degli strumenti, nell'inconfondibile suono che da sempre caratterizza le doom metal band di Sua Maestà.

I My Dying Bride sono come una compagnia teatrale che arriva al suo ultimo atto nel quale ogni cosa viene lasciata all'immaginazione, sviluppando attraverso un doom metal più moderno una straordinaria consapevolezza dei propri mezzi.

E sebbene nella loro carriera ci siano state vere pietre miliari, "Feel The Misery" sarà la vostra zona d'ombra in cui potrete dar voce ai vostri pensieri.

8/10

Michela



venerdì 18 settembre 2015

Mindless Self Indulgence: PINK review



PINK 

Label: Metropolis Records 

Release Date: 18 September 2015

Track list:

  1. Personal Jesus (Depeche Mode cover)
  2. This Hurts
  3. Be Like Superman
  4. Memory Of Heaven
  5. Vanity
  6. Married Alive
  7. Girls On Film (Duran Duran cover)
  8. 5TR82HE11
  9. Envy
  10. Device
  11. Out Of My Minds
  12. Darling Young Boyz
  13. For The Love Of God
  14. Slim
  15. Do Unto Others
  16. Bed Of Roses
  17. Unsociable
  18. Do Unto Others
  19. Angry Boy



Non c’è niente da fare, per i vecchietti come la sottoscritta, gli ani ’80 sono un po’ come il primo amore: “non si scordano mai”.

I pazzi scatenati dei Mindless Self Indulgence hanno messo a segno 19 tracce di puro punk corretto con tantissimo pop elettronico anni 80’ che viene servito bello fresco oggi tramite Metropolis Records. 

Non fate l’errore di pensare che questo sia un album di solo cover perché non è affatto cosi! PINK è un concentrato di ossessivo e compulsivo punk e rappresenta un po’ la vera storia di questa band e del suo leader.

Partendo dagli esordi, quando bottiglie di alcool di pessima qualità scorrevano a fiumi impregnando l’aria già satura dell’odore acre del sudore, questo album è il diario di un artista che traccia dopo traccia, descrive il proprio Golgota fatto di eccessi, intemperanze ed influenze che lo hanno visto uscire dai sobborghi fino ad arrivare ai giorni nostri.

Tracce inedite, rivisitate, o completamente stravolte come la perfetta cover di "Personal Jesus" dei Depeche Mode, che oltre ad essere un ottimo aperitivo, vanno a completare  un lavoro che alla fine vi inebrierà anima ma soprattutto il corpo.

7/10
Michela