"Hurricane And Halos"
Country: Sweden
Style: Doom Metal
Style: Doom Metal
Track-list:
1. Into The Fire- Into The Storm
2. The Starless Sleep
3. Road To Jerusalem
4. Medusa Child
5. The Sky At The Bottom Of The Sea
6. When Breath Turns To Air
7. A Kiss (From The Other World)
8. Hurricanes And Halos
Gli svedesi Avatarium sono orgogliosi di presentare a breve il loro nuovo arrivato, Hurricane And Halos, in uscita per Nuclear Blast. Successore dell'ottimo The Girl With The Raven Mask, questo terzo album di studio della giovane band di veterani, formatasi nel 2012, sembra vantare ottime premesse.
Vuoi per la maestria e la tecnica dei musicisti, dal fondatore, Marcus Jidell, chitarrista (già in forze nei SOEN, Evergrey e Royal Hunt) alla sezione ritmica dell'accoppiata vincente Lars Sköld (tamburi) e Mats Rydström (basso) da Rickard Nilsson alle tastiere, alla sublime Jennie-Ann Smith, definita dal Leif Edling dei Candlemass (cofondatore degli Avatarium e coautore di 6 delle 8 tracce presenti) “Il Ronnie James Dio al femminile”, Hurricane And Halos promette di fare onore all'evocativo e poetico potere di suggestione delle parole che lo compongono.
La prima traccia ci regala subito una intro di sicuro e deciso impatto, il cui ritornello già si fa spazio tra le nostre sinapsi, con giri di chitarra e organo dal sapore vintage, che occhieggiano alla psichedelia anni '70 e al progressive. A seguire la splendida The Starless Sleep, più vicina a una ballata metal con uno spessore notevole di stampo più epico del pezzo precedente e con una Jennie-Anne Smith pronta a lanciare le corde vocali in un potente ritornello. Già più particolare e dal sapore etnico, Road To Jerusalem ci trasporta proprio in quelle atmosfere mediorientali, corredate da scale arabe e arrangiamenti mesmerizzanti e, pur ponendosi a una certa distanza dalle precedenti tracce, risulta intrigante e speziata al punto giusto; con Medusa Child si torna ad accarezzare una certa epicità di fondo, supportata anche dai 9 minuti di durata, il pezzo più lungo dell'intero album, che ha un totale di nemmeno 45 minuti. Il ritornello, in cui si evoca il terribile e pietrificante sguardo della gorgone, sembra ricorrere all'aiuto delle voci bianche, mentre batteria e basso rendono l'ambientazione più doom che possono. E' anche il pezzo più strumentale e più sperimentale dell'album, che merita davvero una menzione d'onore. Con il seguente The Sky At The Bottom Of The Sea la band si conferma tutt'altro che sprovveduta, sciorinando una padronanza ognuno del proprio strumento, quantomeno invidiabile, che rivela in parte, tutte le influenze musicali dalle quali gli Avatarium hanno attinto a piene mani, pur rimanendo se stessi. La sesta traccia, When Breath Turns Into Air è una ballata, struggente, densa di poesia, malinconia e tenerezza, davvero notevole anche dal punto di vista delle lyrics, capaci di essere al contempo semplici eppure ricercate, delicate eppure profonde. Dedicata al ricordo del padre di Marcus, ci ricorda che lo spirito di coloro che ci hanno lasciato continua ad aleggiare leggero nella brezza che ci accarezza il viso di tanto in tanto. Che altro aggiungere, se non chapeau?
Siamo quasi in dirittura di arrivo. La penultima song, A Kiss (From The End Of The World) vanta un meraviglioso arpeggio di Jidell e poi torna a incalzare ancora con una parte strumentale abbastanza importante, che si snoda su più di 7 minuti di durata.
La title track è impostata come chicca finale, con l'incedere inquietante e inesorabile di basso e batteria, subito seguite da organo e chitarra, e, a sorpresa, è l'unica traccia interamente strumentale di tutto l'album, come a volere lasciare l'ascoltatore libero di interpretarne il significato recondito. Sempre Jidell, riguardo al particolare titolo dell'album, conclude che “in tempi come questi, ci viene costantemente ricordato che la sete di potere spinge le persone a compiere le peggiori crudeltà nel nome di una buona causa. Che si tratti di implicazioni di stampo politico, religioso o culturale, il loro scopo è sempre quello di manipolarci e di seminare terrore nei nostri cuori”. Saggia e purtroppo sempre più attuale riflessione...
Hurricane And Halos è un album interessante e mai noioso, ricco di sfumature e spunti piuttosto originali e ben amalgamati, un album che sarebbe meglio non lasciarsi sfuggire.