"Dim Days Of Dolor"
Release Date: 11th November 2016
Country: Norwegian
Style: Symphonic Metal
Tracklist:
01. Goddess Of The Sea
02. Dim Days Of Dolor
03. The 12th Hour
04. Treasure N’ Treason
05. Cloud Nine
06. Veil Of Winter
07. Ashes To Ashes
08. Elusive Sun
09. Playing With Fire
10. Fifth Column
11. Aeon’s Embrace
Un anno è passato dall'uscita di The Seventh Life Path e si sa, un anno è un periodo davvero lungo, capace di sconvolgere e stravolgere tantissime cose, non ultima la line-up di una band che ha fatto parlare di sé proprio alla luce di questo cambiamento. Tante sono state le ipotesi, innumerevoli i nomi che si vociferavano essere papabili per dare una nuova voce al progetto di Morten Veland, altrettante elucubrazioni, in alcuni casi eccessi fantasiosi che non si potevano certo accordare alla struttura dei Sirenia, poi alla fine eccolo lì, il nome e non uno qualsiasi, bensì quello di una cantante già adocchiata dal leader della band norvegese perché sì, la francese Emanuelle Zoldan aveva già prestato la sua voce ai Sirenia come vocalist e ora torna come voce che la fa da padrona in quello che è un album non privo di difetti, ma anche ricco di piccoli accorgimenti e dettagli gustosi.
Dim Days of Dolor è, come accennato, un disco lungi dall'essere eccellente, ma la presenza della Zoldan lo rende forse un po' più stuzzicante benché non sia un album molto diverso dal suo predecessore, ricco soprattutto di cori pomposi e magniloquenti, epici respiri che trasudano un'anima sinfonica affidata alla bella voce della cantante che, con il suo timbro puramente operistico, offre sfumature molto interessanti a tracce che altrimenti sarebbero un po' banali e prive di quell'impatto che il metal epico/sinfonico pretende.
Tra virtuosismi canori ben più decisi e sicuramente meno lamentosi e più incisivi rispetto al precedente lavoro, i brani scivolano via in un susseguirsi in crescendo di potenza vocale, dove melodie fluide e riff piuttosto classici per il genere lasciano spazio ad incursioni elettroniche che vengono tessute come piccole ragnatele.
Se l'inizio del disco pare essere ampolloso, deciso ad aprire la strada ad un album dal forte impatto sinfonico dove è l'epicità ad avere la meglio, verso il finale si ha come un cambio di tendenza ed il brano di chiusura, nella sua minimale e malinconica semplicità conferma questa impressione.
Un album con del potenziale, dunque, ma che non sembra essere pronto ad uscire del tutto da una zona di comfort ormai troppo spesso battuta dalla band e, per questo, un po' privo di vere innovazioni e di elementi capaci di renderlo memorabile anche per i fan più resistenti e anche piuttosto abituati agli alti e bassi del gruppo che sembra sempre volersi spingere oltre, ma che poi tira il freno a mano e non si espone fino in fondo lasciando questo debutto di Emanuelle Zoldan come un qualcosa di sicuramente piacevole, ma non indimenticabile.
6.5/10
Dora
Line-up:
Morten Veland (composer, guitar, vocals)
Jan Erik Soltvedt (guitar)
Jonathan A. Perez (drums)
Emmanuelle Zoldan (Female Vocals)
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