martedì 10 febbraio 2015

THE DREAMING – recensione

THE DREAMING – Rise Again
Data pubblicazione: 10 febbraio
Metropolis Records
Official Site

Tracklist:

  1. Alone
  2. Painkillers
  3. Kisses Taste Like Death
  4. Empty Promises
  5. Afraid
  6. Throw It Away
  7. Still Believe
  8. Blink of an Eye
  9. Destroy
  10. Rise Again

Come avrete modo di leggere prossimamente nell'intervista che abbiamo realizzato con il loro leader Christopher Hall, parlare dei The Dreaming senza minimamente fare cenno a chi e cosa furono gli Stabbing Westward è praticamente impossibile, soprattutto quando si ha ancora impressi nella memoria e nel cuore le loro meravigliose melodie.

A distanza di quattro anni dal precedente “Puppet” (2011) la band Hollywoodiana pubblica, per la prima volta con la Metropolis Records, il loro terzo album.

Rise Again offre al proprio pubblico sofisticati spunti dark, accattivanti sfumature rock e consolida quello spirito industrial già presente nel DNA dei suoi esecutori.

Con la sua innata capacità di far vibrare ogni singola corda e nota, lasciando che sia la musica a plasmare l'uomo e non viceversa, il "ritorno" di Walter Flakus (tastierista/compositore/programmatore degli Stabbing Westward) nelle fila di quella che da sempre è stata la sua famiglia, ha contribuito a conferire più spessore ai dieci brani presenti nell'album. 

Passionale, emotiva, a tratti quasi ipnotica, la voce di Chris bilancia i propri stati d’animo, mentre si percepisce, nella composizione dei testi, ancora una certa vulnerabilità, da rivedere rispetto al suono.

Sicuramente, rispetto al passato, l’obiettivo principale è stato raggiunto, se non altro quella rabbia e quella passione che sembravano essersi allontanate sono riemerse come una fenice, che a testa alta si è infiammata di tutta la propria creatività.

7,5/10
Michela

Members:
Christopher Hall – lead vocals
Johnny Haro – drums
Carlton Bost – guitar
Franccesca D'Struct – bass
Walter Flakus –  keyboards

Interview with SOEN


The masters of progressive metal are back with their second album.
Last november has been released 'Tellurian' (Spinefarm Records) and our blog had the pleasure to talk with their drummer Martin Lopez.

LFdM: Hi Martin, thank you very much for your time.
Tellurian has just seen the light. First impressions?
ML: Very positive, It has been received well by both our audience and the media.

LFdM: Cognitive and Tellurian, two very nice and accurate albums, but diametrically opposed. 
The first with a clear stylistic references - see Tool, Opeth - the last more personal, almost visceral. What's behind Tellurian?
ML: Mainly a lot of time and hard work.
We have developed as a band and refined our identity as a band.
Cognitive was done quite fast without really knowing each other musically while Tellurian took a lot longer and we got to know each other musically in the process.

LFdM: I find that Ekelof has a very deep and passionate voice, able to communicate the sense of each individual track to the audience. Is it the kind of interpretation that you always had in mind from the beginning?
ML: I wanted clean vocals but didn´t have a clear idea of which kind of singer we wanted.
As soon as I heard Joel´s voice on the music I knew it was the perfect fit and that we could create some really emotional music together. We share the vision of how music should sound like.

LFdM: Despite only two years have passed, it seems that this album needed a long time to be developed: from the attention to details to the mixing of sounds. How important was the choice of the new producer?
ML: Our guitar player Kim produced the album, same as Cognitive. All details and compositions were ready before we started recording Tellurian.

LFdM: The songs have a lot of pace, there are clear ethnic references, a very good job. Who came up with this idea?
ML: Myself, I play and listen to a lot of “World Music” so it comes naturtally while writing songs.
Ethnic music tends to add a spiritual vibe to the songs that fits perfectly Soens musical vision.
The pace changes is our way to keep our music dynamic and adventurous.

LFdM: A spontaneous reflection comes about the combinations of melodic and dark vocals opposed to the most epic and challenging references. What can you tell us about that?
ML: We try to add as many influences as possible while maintaining the flow.
Variety makes music more interesting.

LFdM: About epic themes, we can say that Tellurian is a bit 'like a ship that has sailed over seas, from progressive to post-rock. What are your main influences?
ML: I don´t know what post-rock is so I cannot agree.
Progressive rock is to me, bands that play technical and compicated stuff while we just try to write good songs without really caring if it´s complicated or not.

LFdM: How your past musical experiences have been used in this new band?
ML: Everyones experience is reflected in Soen, It´s a part of who we are and it´s present while writing or performing music.

LFdM: Who are the Soen? Can you describe yourself individually?
ML: I rather describe us as a group.
We are 5 guys who love music doing the best they can, still learning and developing.

LFdM: In many bands there is the tendency to find an almost forgot post-punk sound. Which tools have nowadays the bands to re-creates curiosity in the younger audience for this kind of sound?
ML: The best way is by seeing rock bands live, just forget everything else and be there, be a part of the show and feel.

LFdM: Speaking in terms of production, the digital age has made life easy for many people, even those who did not own the basics for this profession. Let's face it: sometimes this works against more deserving people. What is your position on that?
ML: It´s both good and bad but i still believe you´ll never write better music just because you have a better production.
Music comes from the inside and computers can´t help you there.

LFdM: Will we see you soon in Italy?
ML: Yes we have two shows in a few weeks.
19.03 Bologna, Alchemia Club
20.03 Rome (Mezzago) at a club called Bloom.
I love the Italian crowd and we´re really looking forward to these shows!

LFdM: We love you too! 
Interview by Michela Edit by Alessandra 

lunedì 9 febbraio 2015

THULCANDRA - Recensione Ascension Lost



Dominato da una batteria energica e prepotente, punteggiato da linee complesse di chitarra che si intrecciano alla perfezione nei vari brani, Ascension Lost, il terzo lavoro dei Thulcandra, sembra avere come obiettivo non solo quello della ricercatezza tecnica, ben palese e manifesta, ma anche quello della ricchezza sonora che mira a scrollarsi di dosso quell'etichetta che subito è stata affibbiata loro e che li ha sempre visti come una sorta di eredi dei Dissection, confinandoli però in un limbo a metà strada tra la grandezza e l'anonimato.

Snodandosi con una naturalezza tale da distruggere perfino il tempo ed arricchito da una voce graffiante, capace di squarciare il velo sottile del suono, al suo interno
si possono sentire ancora echi di quel lontano passato, non più che un omaggio ad una tradizione a cui i Thulcandra sono sicuramente molto legati.

Scostando la cenere sotto la quale si nasconde un vero e proprio fuoco vivo e pulsante, ecco che brani come la possente “The First Rebellion” fanno capolino lasciandoci sconvolti, con quei suoi sette minuti e venti di potenza distruttiva e catastrofica che preannunciano un susseguirsi di quelli che non sono altro che i tratti distintivi di questo album, non solo quell'ormai antico ossequio alle origini, ma anche una solida base dalla quale partire per creare una propria identità, solida e forte. Non mancano di stupirci anche pezzi come “Exalted Resistance”, un vero e proprio tripudio sonoro reso incisivo anche in virtù di “Interlude”, che ha aperto la strada a questa traccia che, forse, è una delle più belle tra le dieci proposte insieme a “The Second Fall”.

Dalla seconda metà dell'album è possibile rintracciare una sorta di evoluzione  emotiva, straziante, molto oscura e a tratti malinconica che trova la sua massima espressione nella title track “Ascension Lost", nella quale a farla da padrone non è solo il riff martellante della batteria, ma anche un uso quasi doloroso della voce che sfuma poi accompagnata dalla chitarra acustica su un parlato molto d'impatto, fino a sfociare nella “Outro”, degna conclusione di questo cammino cadenzato dalla sofferta malinconia di una chitarra che piange lacrime di musica quasi congedando l'intero album.
Ascension Lost è un viaggio di anime erranti cadute in battaglia, è la ricerca di un luogo dove potersi fermare per godere dei benefici che l'immortalità porta con sé, è anche il crogiolo della musica stessa, una specie di Valhalla dove solo i grandi condottieri sono ammessi.

8/10

Dora

Release: 30 Gennaio 2015

TRACKLIST:
1. The First Rebellion
2. Throne of Will
3. Deliverance in Sin and Death
4. Demigod Imprisoned
5. Interlude
6. Exalted Resistance
7. The Second Fall
8. Sorrow of the One
9. Ascension Lost
10. Outro

Thulcandra:
Steffen Kummerer – vocals & lead guitar
Sebastian Ludwig – lead guitar
Tobias Ludwig – bass guitar
Erebor – drums 

venerdì 6 febbraio 2015

La Guerra delle Note - Heroes on Tour Live Report

HEROES ON TOUR

@Alcatraz - Milano 03.02.2015



Quando metti insieme band apparentemente molto diverse tra loro, ma con la grinta come comune denominatore a farla da padrone, puoi essere sicuro che lo spettacolo a cui assisterai non sarà solo un semplice show qualsiasi, bensì una vera e propria esplosione di energia capace di spandersi dal palco fino a tutta la platea, coinvolgendo i numerosissimi fan accorsi all'evento in un turbinio di note musicali e voci.
È quello che è successo martedì 3 febbraio all'Alcatraz di Milano che, nonostante a qualche chilometro di distanza stessero suonando gli Slipknot, si è riempito di gente per accogliere con calore e grandi aspettative, tutte caratteristiche che contraddistinguono i fan italiani, un tris di grandi band pronte a surriscaldare la freddissima serata milanese, allontanando perfino la minaccia di una bufera di neve all'orizzonte.
Ad aprire questa serata sono stati i Battle Beast, una band Heavy Metal finlandese che, nonostante abbia avuto un piccolo spazio all'interno dell'evento, proponendo circa sei canzoni del loro repertorio (ricordiamo che sono una band decisamente giovane, con all'attivo pochi album, quindi è normale che la scelta sia ricaduta sui cavalli di battaglia!), hanno saputo surriscaldare fin da subito gli animi grazie ad una presenza di tutto rispetto su un palco importante, il big stage del locale, riuscendo a gestirlo al meglio, occupando tutto lo spazio soprattutto grazie alla guida della carismatica Noora, la cui voce graffiante è stata capace di catturare l'attenzione di tutti, anche di chi già fremeva per l'arrivo dei Sabaton, le vere star della serata.
Le canzoni sono scivolate via ad una velocità non indifferente, regalando allo stesso tempo un'ottima performance che ha soddisfatto il pubblico dalla prima all'ultima, coinvolto e sempre più carico per accogliere la seconda band in lista come special guest, i Delain.
Il gruppo dei Paesi Bassi è sicuramente cresciuto, si è evoluto, ha fatto una strada notevole negli anni e muove i propri passi sullo stage con estrema disinvoltura, con grande scioltezza. Charlotte in particolare, regala sorrisi a tutti, è coinvolgente, non si risparmia ed è davvero brava a catalizzare su di sé l'attenzione di tutti gli sguardi facendo perfino dimenticare qualche pecca nella performance, che forse non ha brillato né per scelta di scaletta, né per livello di impatto emotivo che la band sa sicuramente dare, ma che forse in questo contesto è stata leggermente meno scoppiettante del previsto, nonostante le ottime intenzioni di tutti i membri del gruppo. Degno di nota è stato il coinvolgimento di Anton, il chitarrista dei Battle Beast, che si è prodigato a movimentare un po' l'esibizione, offrendo un sipario molto piacevole a colpi di note. Tra tutte le canzoni proposte, spicca certamente We are the Others, che chiude in bellezza la prestazione dei Delain con il suo messaggio forte, molto attuale, capace di urlare al mondo senza alcuna paura che "Normal is not the norm, It's just a uniform". 
Una breve pausa, qualche chiacchiera tra i fan annaffiata da un boccale di birra, mormorii nell'aria, brusio di sottofondo che come sempre accompagna il cambio di scenografia tra una band e un'altra, dando la possibilità di sistemare la strumentazione al meglio per chi si esibirà dopo, ed ecco che le luci scemano, l'atmosfera inizia a diventare fremente, quasi elettrica. Due soldati iniziano a sfilare per il grande palco quasi completamente vuoto, sembrano pronti a far scoppiare una bomba da un momento all'altro e, forse, una granata esplode davvero, ma ha la voce dei numerosi fan che acclamano l'entrata in scena del gruppo di punta, i Sabaton, assolutamente perfetti nel loro ruolo di combattenti che si presentano sul palco con tanto di pantaloni mimetici e, soprattutto, con un carrarmato che, diciamoci la verità, ha fatto la sua bella figura lì nel centro del palcoscenico.
Quella a cui assistiamo è una vera e propria guerra di musica e canzoni, uno scontro tra bassi e chitarre, tra voce e batteria, un combattimento tutto svolto sul pentagramma che infervora gli animi di tutti portandoli al surriscaldamento.
I Sabaton regalano non solo una performance musicale, ma un vero e proprio spettacolo costruito a pennello sul pubblico che si trovano di fronte, arrivando perfino a coinvolgere gli stessi fan facendo salire sul palco uno di loro, Tristan, un dodicenne dai lunghi capelli castani che si cimenta in un pezzo dei suoi idoli, The Lion From the North, suonando la chitarra insieme a loro, tra lo sgomento generale e forse perfino una certa invidia dei presenti. C'è anche un piccolissimo fan, solo quattro anni e mezzo: Romeo intenerisce tutti con i suoi occhioni verdi, non ultimi gli svedesi, che lo fanno salire sul palco in un tripudio di applausi e sorrisi.
Non è stata solo musica. È stato molto di più. In una sola serata si sono concentrate tantissime emozioni diverse, energie, sensazioni, tutte tese a rendere l'evento non solo un semplice momento di aggregazione. È condivisione e, perché no, è anche magia, perché non si può definire in altro momento tutto quello che accade davanti ad un palco quando si mettono insieme gruppi capaci di coinvolgerti in una maniera così dinamica e un pubblico scatenato che non può gridare solo una cosa: we want more!
E davvero ne avremmo voluto ancora.

Dora

Photogallery di Les Fleurs du Mal: Flickr



Battle Beast Setlist:
Far Far Away
Black Ninja
Touch in the Night
Madness
Iron Hand
Out of Control

Delain Setlist:
Mother Machine
Get the Devil Out of Me
Army of Dolls
Go Away
Pristine
Sleepwalkers Dream
Here Comes the Vultures (con Anton alla chitarra)
Not Enough
We Are the Others

Sabaton Setlist:
The Final Countdown 
The March to War 
Ghost Division
To Hell and Back
Carolus Rex
Soldier of 3 Armies
Gott Mit Uns (i fan hanno scelto la versione svedese!)
The Art of War
7734
Swedish Pagans (a richiesta del pubblico!)
Cover Medeley (Master of Puppets)
Resist and Bite
The Lion From the North (brano suonato con Tristan)
Far from the Fame
40:1
Encore:
Night Witches
Primo Victoria
Metal Crüe
Masters of the World


Delain: Napalm Records
Battle Beast and Sabaton: Nuclear Blast

Aeverium – interview



We had the pleasure of chatting with AEVERIUM a melodic metal band from Viersen who told us a bit of his music and much more. Let's start!

LFdM: Winner of M'Era Luna Contest Festival... what has this experience been for you?
Chubby: This was really amazing, we didn’t expect to play there and to win this contest, so you can imagine that we were really excited. It's all about the fans and our social media activities. We´re thankful for everyone who supported us in the past, and thanks to them and their support we had the privilege to play on the main stage, sharing it with acts like Marylin Manson, Paradise Lost and Within Temptation. We didn’t expect so much audience in the morning at a dark festival, you know, haha! But they gave us a warm welcome to this familiar, friendly and beautiful festival. We had the best 20min of our lives. But one thing is for sure: no more contests! This is sooo nerve killing, when you have a real good competition running with many other great bands… but we survived it!

LFdM: You are not an usual goth band, you mixed  the dark side of Manson with the sound of Rammstein, to the sweet voice of Aeva. Your music is full of emotions. What are your main music references?
Chubby: We always had that feeling, we wanted to make our music full of emotions, but in a kickass way you know… 
Everyone loves Rammstein, Type O Negative, Disturbed, Korn, or Nightwish, Evanescence, Within Temptation and “Non-Metal-Acts” like Depeche Mode, Prodigy or composers like Hans Zimmer. So it was a logical consequence that we'd try to compose our songs with no compromises. We love the difference between the beauty, epicness, symphonic and heroic hooks, combined with the “beastly”, heavy, dark and raw tunes. But in a good balance, so that everyone can listen to this music… not just only metalheads, gothics, emos or “trues”.  We wanted to create music for everyone, even for the conservative guy next door.

LFdM: When and why did you start playing?
Chubby: One day, Michael (the guitar player) came up and asked me if would sing some lines for some tracks he composed together with our keyboarder Andi. Actually he was my neighbor but I didn’t realized at that time that he is a “godgiven composer from hell”, haha! Well, he send me some tunes and was like WOW, this is great stuff. I don’t want to sing just that one time…so let's establish a great rock band! That was the start of AEVERIUM, back in 2012/2013. At this point, Micha, Andi and I started to look for some great  musicians. It was July 2013 as we started the pre -production of our very first songs. In December 2013 we released our first EP and Music video. AEVERIUM was officially born.
The reason WHY we´ve founded AEVERIUM is easy: After many years of sucking in many bands and living a normal life with family, jobs and friends… we thought: come on, lets try to become Rockstars again! No, really, this is it. Our families support us and AEVERIUM all the time as best as they can…without their help, we would play in some fucking cover band, earning money and getting unhappy with our musical creativity.

LFdM: Could you tell us about "The Harvest" ?
Chubby: We reap what we sow, that’s the point! Our very first sign of life. We thought for a long time of which songs  to put on this EP and we´re really happy with the final result. A good cross-section of our music.

LFdM: What kind of audience would you like to hit?
Chubby: As we mentioned, everybody who likes feelings, emotions and epicness in music. I could imagine, that Linkin Park Fans and either Nightwish or Rammstein Fans would like our music. So there´s no limit.

LFdM: "Rest In Peace" is a  song dedicated to Pete Steele, one of the latest great artists of this century, why Pete?
Chubby: One day, Michael came into the rehearsal room and we talked about some great bands we liked. I mentioned Type-O-Negative´s “October Rust” Album and that was Michael's fav too. I said, that it’s a shame that Peter died 3 years ago; Michael was really surprised, cause he didn’t knew that Peter Steel passed away 3 years ago, he wasn’t in the scene for years, so he was very shocked.
Due to our love to Pete´s music, and due to Michael´s shock and sadness, he composed this song in few minutes! Next day he stepped into our rehearsal room and said: “Guys, this is a song I wrote yesterday, pre produced it with all instruments…here´s a microphone, sing”.

LFdM:You played a lot of festivals and gigs and in november you'll play an acoustic show with Anneke, How important is to share a stage with a great artist for you?
Chubby: We started playing live in January and we had some gigs, but we focused on composing and pre producing songs for a full length album. But yes, we have had some festivals in our area and many nice club shows though! Next year we'll try to do a tour with a bigger band, and after that we will release our very first album. These gigs are really important for sure! Its always exciting to see how the fans of the main band react to AEVERIUM.

LFdM: Do you get nervous before a performance or a competition?
Chubby: Sure!!! 'Cause you never know how the next audience will react. At this point we´ve only had great gigs, positive reactions and a very warm welcome on stage… so you never know, what will happen at the next gig… but honestly: this feeling is one of the best you can have as a musician, and we are definitely a live band! The stage means a lot to us!

LFdM: Our blog is mainly about  European bands. In your opinion, is there an "american dream" for a band like yours?
Chubby: The question is: WHAT IS THE AMERICAN DREAM? Getting famous, hang out with some ladies, sex, drugs and rocknroll? If it's so then: YES! No seriously, as long as we don’t have to raise money to keep the band alive, everything is fine. It's all about playing live, learn to know many people on many concerts who like our music and don’t forget where are we coming from, cause nothing beats the family!

Thanks a lot for your time and good luck for your career.
We hope to see you soon in Italy!

(Interview by Michela, edit by Alessia)



Track list:
01 - Do You Remember
02 - Rest in Peace
03 - Heaven´s Burning (Harvest Time)

04 - The Ground Beneath Your Feet

Members:
Aeva Maurelle - vox
Marcel "Chubby" Römer - vox
Michael Karius - guitar
Lars Dannenberg - bass
Andreas Delvos - keys, sounds
Klaus Radtke - drums




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martedì 3 febbraio 2015

Wolfheart - Winterborn recensione


"Fire and Ice"

Non sarà un caso se nella mitologia norrena il lupo ha sempre raffigurato il precario equilibrio tra luce e tenebre, tra ordine e caos. Forse a questo pensava Tuomas Saukkonen quando ha deciso di abbandonare un progetto consolidato come i Before the Dawn per dedicarsi a qualcosa di più intimo, che gli avrebbe permesso di liberare finalmente quella forza. 

Oggi Spinerfarm Records pubblica la ristampa del loro primo album autoprodotto Winterborn, con 2 bonus track “Isolation” e “Into The Wild”, che anticipa il nuovo album la cui uscita è prevista per la metà del corrente anno.

Un suono ancestrale dalle orchestrazioni epiche e ritmi vertiginosi, cavalcate dalla possente voce growl di un guerriero che sta per scagliarsi sulla propria preda.

Un concept dalle tinte oscure che ha, come unico obiettivo, quello di rompere il silenzio destandoci dal torpore con riff violenti e poderosi e dove l’unico momento melodico è confezionato a dovere dai meravigliosi assoli di chitarra di Mika Lammassaari e ritornelli death tipici della loro terra natia.

Per chi fosse digiuno di questa band e del loro passato, è il momento di scoprirne il fascino, per chi è già pratico non rimane che lasciarsi andare all’oblio del manto gelido finlandese.

8/10

Michela


Spinefarm/Universal
Data di pubblicazione: 3 febbraio

Track list

01. The Hunt
02. Strength and Valour
03. Routa pt.2
04. Gale Of Winter
05. Whiteout
06. Ghosts of Karelia
07. I
08. Chasm
09. Breathe
10.Isolation
11. Into The Wild


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lunedì 2 febbraio 2015

Intervista ai KAYLETH


Soltanto poche settimane fa vi avevamo anticipato, con una breve intro, l'uscita del loro nuovo album.
Oggi, che  finalmente "Space Muffin" ha visto la luce, i KAYLETH ci raccontano qualcosa di più. 

LFdM: Ciao ragazzi, prima di tutto vogliamo ringraziarvi per questa intervista. Dunque la vostra storia ha inizio nel 2006 con il demo “Not Yet”, un classico dello stoner rock. Perché proprio questa scelta musicale?
Enrico: Parlando di stoner se ne sono dette di ogni tipo, resta il fatto che ormai si tratta di un genere che dura ormai da più di un ventennio e forse proprio per la sua genuinità è duro a morire.
Si tratta di rock puro con sonorità classiche, sotto certi aspetti niente di nuovo ma forse è proprio per i suoni caratteristici che ci piace. Lo stoner ci regala emozioni e non ci stancherà mai!

LFdM: Notevole la ricerca di sfumature anche nei pezzi più classici, non vi siete mai limitati ad interpretare la musica secondo i canoni preconfezionati delle band che in qualche modo hanno influenzato il vostro percorso artistico. Potete dirci qualcosa di più di quello che avviene in studio?
E: Quello che avviene in sala prove è qualcosa di semplicemente naturale (per noi):  arriviamo, suoniamo, chi ha qualche riff comincia a suonare e da li parte la jam session. Un viaggio ad occhi chiusi, la maggior parte delle volte ci perdiamo in lunghe progressioni ed è anche per questo che registriamo sempre tutto quello che facciamo, in modo da non perdere niente,  in questa fase tutto è prezioso. La fase successiva è quella di tagliare ed aggiustare dando un senso al tutto, per questo serve avere una mente più lucida e viene fatto quasi sempre durante la successiva sessione di prove. Aiuta molto anche i diversi background musicali da cui vengono i vari componenti del gruppo, mischiando sonorità distanti fra loro ne esce sempre un mix esplosivo! 
Daniele (batteria) proviene dal metal quindi inserisce sezioni ritmiche pesanti, Alessandro (basso) ha influenze punk e così via.

LFdM: I nuovi membri che in questi anni sono entrati a far parte di questo gruppo, in che cosa e in che misura hanno contribuito al processo di innovazione nel vostro suono?   
E: L'arrivo di Michele con i sintetizzatori  ci ha dato modo di scollegarci dal classico rock e di sperimentare atmosfere diverse. Abbiamo cercato di mantenere tutto quello che ci è sempre piaciuto ed abbiamo aggiunto nuovi suoni cercando di non intaccare troppo i canoni dello stoner, ma provando ad aggiungere qualcosa in più. Detto così sembrerebbe facile ma non lo è, trovare un equilibrio tra classico ed innovativo è arduo e speriamo di esserci riusciti..

LFdM: I video oggi sembrano essere il maggior veicolo promozionale per una band, “Survivor” è molto coinvolgente, mi è piaciuto moltissimo l’abbinamento suono/immagini.  Chi ha avuto l’idea e qual è il concetto dietro questo video?
E: Il video l'ha pensato e montato Massimo, il nostro chitarrista. E' partito quasi per gioco,  poi  man mano è venuto fuori qualcosa di interessante: l'idea era di fondere ambientazioni post-atomiche, spazio, esplosioni, cactus e molto altro ancora. Alla fine tutti noi eravamo soddisfatti, quindi abbiamo deciso di pubblicarlo e il riscontro del pubblico ci ha dato ragione!
* Nota curiosa: se siete bravi a mettere in pausa al momento giusto, vedrete un fotogramma che vi stupirà! Vediamo se ci riuscite.

LFdM: Nei vostri brani parlate per lo più del quotidiano, ciò che viene vissuto sulla propria pelle attraverso le mille esperienze. Sono brani che in qualche modo descrivono voi stessi o più semplicemente è frutto di quello che si sente in giro oggi?
E: I nostri brani parlano spesso della realtà che ci circonda, piena di menzogne e tanto fumo. alla fine si cerca sempre di vincere questa battaglia interiore contro l'apatia, cioè continuare ad andare avanti cercando le cose che ci rendono felici.

LFdM: Lo stoner nasce principalmente sulla costa pacifica degli Stati Uniti con rievocazioni del passato sia come suono che come atmosfere. Ecco, se doveste scegliere una regione italiana, dove collochereste questo genere musicale? 
E: Bella domanda! Oltre alla costa californiana non dimentichiamo anche la scena svedese che ha dato i natali a gruppi come Truckfighters e Dozer a cui siamo molto legati. Questo dimostra che il genere non è legato indissolubilmente al sole che brucia la pelle e la sabbia del deserto, altrimenti anche noi saremmo dovuti soccombere ai freddi inverni del Veneto! 
Quindi se dovessi dirti un paio di regioni, sicuramente Puglia/Calabria/Sardegna per i paesaggi, ma in realtà lo stoner è un modo di essere. Quindi anche se fuori la temperatura è -10 °C e la nebbia si taglia con un coltello, niente di meglio che riscaldarsi con un bel  vinile che ti faccia sognare la California!

LFdM: Oggi si parla tanto di difficoltà a fare musica, farla bene intendo, troppi vincoli, troppo materiale e poca richiesta. Ricercate i live solo a livello nazionale oppure vi spingete anche oltre i confini? 
E: Tralasciando l'ormai stucchevole discorso cover/tribute bands, per quanto riguarda la musica originale è sempre più difficile trovare gente disposta a venire ad ascoltarti, ma soprattutto trovare luoghi adatti per suonare e farsi conoscere. In Italia abbiamo suonato in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana,  affiancando gruppi di alto livello con cui è stato un piacere e un onore suonare, ma abbiamo anche condiviso il fatto che è sempre più difficile, soprattutto per un genere come il nostro che non è proprio “mainstream”.
Considerato quello che vediamo in giro ed i concerti a cui abbiamo partecipato, direi che la situazione è triste, almeno  nella nostra zona (nord est). 
In giro per l'Europa ci sono moltissimi festival stoner, riuscire a suonare in uno di questi  sarebbe un sogno che si realizza. Comunque qualcosa si sta muovendo, le band sono sempre più collaborative e affiatate, quindi siamo sicuri che presto ci spingeremo oltre i confini italiani.

LFdM: Qualche anticipazione sulle prossime vostre attività?
E: Beh, sicuramente tanti concerti, pezzi nuovi (ne abbiamo già alcuni) e probabilmente 1-2 video.
Colgo l'occasione per ringraziarvi per lo spazio che ci avere concesso e vi facciamo i nostri complimenti per il grande lavoro che state facendo per la musica underground! 

LFdM: Grazie mille, cerchiamo di dare un senso a qualcosa che ci piace fare... 
A presto ragazzi!

Intervista di Michela

Label: Argonauta Records
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La nostra recensione del disco

Kayleth:
Enrico Gastaldo - voce
Massimo Dalla Valle - chitarra
Alessandro Zanetti - basso
Michele Montanari - synth
Daniele Pedrollo - batteria