mercoledì 14 gennaio 2015

MAGI- Recensione di “Forget Me Not”





Definire con poche parole quello che si cela all'interno di Forget me Not, in uscita il 26 Gennaio per Argonauta Records, non è affatto semplice, forse perché non esiste una sola parola capace di riassumere al meglio questo progetto, nato da una costola dei From Oceans To Autumn e dei Mountains Among Us che condividono con i MAGI la stessa, graffiante, potente voce di Brandon capace di spaziare tra diverse sonorità, restituendo atmosfere davvero particolari, richiami evocativi che rendono questo nuovo album qualcosa di davvero apprezzabile.
È difficile definire Forget me Not, proprio perché c'è molto che si nasconde dietro a quello che è un album solido, compatto, dalla struttura ben precisa capace di portare l'ascoltatore esattamente là dove la musica vuole condurlo, in un mondo a metà tra il sogno e l'incubo più oscuro dove a farla da padroni sono sia la voce, ora pulita e lineare, ora un urlo straziante capace di strappare il velo onirico buttandoti in pasto alle tenebre più nere, che il perfetto dosaggio tra chitarra e basso, perfette nel loro dialogo con la voce e capaci di creare tensioni e contrasti.
Quello che, però, si può dire è che il disco non è solo un ottimo connubio tra una base doome/sludge che abbraccia anche il post metal, ma è anche capace di rafforzarsi di interessanti variazioni tra il post-rock, l'ambient e il drone, in una perfetta combinazione di generi tutti ugualmente importanti, capaci di scolpire tra le linee dure e marcate quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio album concettuale, capace di raccontare una storia.
Ed è proprio un racconto quello di Forget me Not. Ogni ascolto fornisce un tassello in più di quella che sembra essere una storia dilatata nel tempo, che si forma in soffocanti atmosfere che comprimono lo spazio, chiudendolo attorno a te, facendosi sempre più piccolo, irrespirabile, quasi come se fosse la trama di un film, uno di quei thriller adrenalinici nei quali il finale non è mai scontato o banale.
Brano centrale, capace di focalizzare su di sé la totale attenzione, è certamente “A Million Question” che trascina con sé “The Silence We Display” e “Mystic”, entrambi tracce capaci di riassumere alla perfezione il concept più profondo dell'album. A discostarsi totalmente, un po' come una riprova del continuo susseguirsi di emozioni tese a rendere sempre interessante l'ascolto di tutte quante le tracce, arriva “Stories”, un brano assolutamente diverso, eppure così perfettamente coerente con il resto delle tracce, pur nelle sue sfumature pulite ed eteree, quasi rilassanti.
È chiaro ormai che, con album di questo genere, le parole proprio non servono quindi mettetevi comodi, staccate la spina dalla routine quotidiana, chiudete fuori dalla porta il mondo reale, accedente lo stereo a tutto volume e godetevi questo viaggio all'interno di un mondo non tanto dissimile dal nostro, ma saturo di una musica capace di colorare anche il nero più profondo.

7,5/10

Dora



Tracklist:

1. The Silence We Display
2. Mystic
3. Stories
4. A Million Question
5. In Amity
6. Footsteps
7. Sleep




Line-up:

Brandon – Chitarra, Voce, Programmazione
McClellan – Basso
Helms – Batteria



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