venerdì 1 luglio 2016

SINTAX - Sway For A Better Day Review

"SWAY FOR A BETTER DAY"



Release Date: 17 June 2016

Country: Israel

GenreThrash/Groove Metal

Tracklist:
01. Intro 
02. Sway For A Better Day 
03. Let’s Get Mental 
04. Four More Years 
05. Fine Line 
06. The Answer 
07. I Get It Now 
08. Up For The Physical



Quando una band presenta se stessa come un tripudio di estremo, cattivissimo, roboante metal le aspettative sono davvero molto, ma molto alte e non solo perché di band così ce ne sono davvero tantissime (e di ottima qualità) sparse per tutto il globo, ma anche perché a volte il biglietto da visita di un gruppo può davvero fare la differenza e invogliare o meno un amante della musica e di un genere all'ascolto.

Una volta che il cd è nello stereo e che la musica ha inizio non c'è scampo: o mantieni le promesse, in certi casi davvero esagerate, oppure inevitabilmente le deludi e allora ci sarà un ascoltatore insoddisfatto, un fan in meno, o anche soltanto una persona a cui quel disco, quelle promesse e quelle aspettative scivoleranno via come acqua fresca andando a finire nel dimenticatoio insieme al tuo nome e, magri, perfino alle potenzialità che avresti avuto se ti fossi presentato senza quei fuochi d'artificio che non hanno fatto il botto.

I Sintax nascono dall'unione di due precedenti band, entrambe veterane della scena live d'Israele e non solo, che dopo un lungo ponderare hanno deciso di fondersi insieme per dar vita ad un progetto più organico e definito, mettendosi in studio per creare un album che, secondo loro, avrebbe suonato come puro metal estremo della loro terra.

Le otto tracce di Sway For A Better Day, ma forse sarebbe meglio dire sette dato che la prima funge solo da intro, non rispecchiano totalmente questa descrizione: il metal c'è e non ci sono dubbi, la voglia di spaccare i timpani e di urlare con ferocia una rabbia quasi viscerale si possono sentire, ma il risultato non è altro che un blando e quasi datato thrash groove metal che non sembra avere la voglia o le basi per svilupparsi al meglio, restando quindi piuttosto scialbo, quasi insipido, quasi come un piatto ottimamente presentato sulla carta, ma non del tutto conforme alle aspettative una volta che ci viene servito al tavolo.

La produzione convince, si può sentire la grande forza di volontà e la solidità del progetto, i musicisti poi, forse anche grazie al fatto che sono tutti dei veterani dei concerti dal vivo, sanno giocare molto bene con le note e con le melodie, ma se tutto questo può certamente funzionare nell'ambito di un festival estivo o di una performance davanti ad una folla urlante ed affamata di musica, non si può certo dire lo stesso per la resa su disco che risulta essere monotona, piatta, già sentita e prima di quei riff che sanno conquistare o di una batteria grandiosa e furibonda che batte all'unisono con il tuo cuore.

La speranza è quella che, essendo solo il primo disco, ci sia margine di crescita per riuscire ad infondere nel supporto materiale tutta la grinta, la grandiosità e la passione che nei live riescono a sfondare, ma che molto spesso di perdono una volta che la musica viene impressa per sempre su un dischetto argentato che ne affievolisce e ne spegne la scintilla.

5.5/10
Dora

Line Up:
Roi Illouz - Guitars
Yehi Zaken - Vocals
Nir Baruch - Drums
Lemmy Keller - Guitars
Misha "Kaban" Kachkan - Bass

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