"Swan Songs II"
Track List:
1.Waiting For You To Die
2. Lighthouse
3. The Broken Ones
4. My Better Me
5. Ribcages
6. Wander In Sable
7. The Devil You Know
8. We Were Divine
9. From The Brink Of The Other World
10.Fall Asleep
La prolifica dark rock band di Amburgo, capitanata dall'eclettico vocalist e polistrumentista Chris Harms, è arrivata al sesto album di studio, uscito agli inizi del mese scorso, in appena un decennio di carriera. Swan Song II, dal titolo, sembrerebbe seguire il fortunato live acoustic omonimo del 2015, ma ha decisamente una sua individualità autonoma, visto che, a differenza del precedente, raccoglie una decina di pezzi nuovi di zecca.
Si tratta di dieci tracce di grande impatto emotivo, accompagnate da lyrics e arrangiamenti che scavano dentro l'anima e riaprono vecchie ferite. Ascoltandole, la sensazione che ci sale addosso è un misto di pleasure and pain, come quella di una sofferenza piacevolmente sublime. Questo è di certo un effetto ricercato e voluto da parte di un combo che, pur avendo cambiato line-up spesso, ha sempre dimostrato di sapere il fatto suo per quanto riguarda il talento compositivo (assicurato dal duo Harms e Dirge) e che, sin dagli esordi, ha fatto dell'animo umano e dei suoi umori più cupi la fucina di principale ispirazione per i suoi testi. Swan Songs II è un malinconico viaggio nel nostro io più oscuro (Waiting For You To Die, The Devil You Know) tra i meandri dei sogni infranti e delle promesse mai mantenute, (Lighthouse, Wander In Sable) attraversando la triste valle del tempo dei rimpianti e dei rimorsi (The Broken Ones, We Were Devine). E' un faccia a faccia con il nostro lato peggiore, con i nostri fallimenti, le nostre bugie (Rib Cages, My Better Me) ma anche con l'immancabile tema della morte, tanto caro ai Lord Of The Lost, (Fall Asleep, From The Brink Of Another World) anche se qui si parla di una morte accolta come naturale passaggio a un'altra dimensione, quasi un' agognata prosecuzione in un diverso tipo di vita, in cui sia finalmente possibile il ricongiungimento con l'amore che abbiamo perso e che siamo stati capaci di deludere e maltrattate in vita, in un'esaltazione di Eros e Tanatos in cui ci sia spazio anche per chiedere perdono e iniziare da capo.
Pezzo dopo pezzo quest'album si rivela come il più maturo della band, il più introspettivo, forse anche il più onesto dal punto di vista del coinvolgimento emotivo personale da parte degli stessi membri del gruppo. Arrangiato divinamente, grazie al supporto dell'orchestra da camera, complici melodie favolose, molto orecchiabili e testi taglienti come lame e pesanti come macigni, Swan Songs II comporta l'effetto collaterale della lacrima che fa capolino dall'angolo dell'occhio dopo ogni ascolto.
A parer mio davvero non c'è una traccia che meriti più attenzione di un'altra, sono dieci piccole perle, ognuna capace di coinvolgere, appassionare e commuovere, grazie anche alle suggestioni derivanti dai magnifici arrangiamenti orchestrali e sinfonici con i quali le composizioni dei Lord Of The Lost si sposano perfettamente. Notevoli, per capacità comunicativa e impatto, i videoclip che accompagnano i singoli Lighthouse, The Broken Ones, My Better Me e Waiting For You To Die, tutti firmati Matteo Diva Fabbiani.
9/10
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