SPAZIOROCK.IT FESTIVAL 2016:
OVERTURES ° ELVENKING ° DOMINE
IRON SAVIOR ° RHAPSODY ° POWERWOLF
STRATOVARIUS
@Live Club, Trezzo sull’Adda (Mi)
sabato 24 settembre 2016
Live & Photo report by Dora
Il power metal esplode ed accende il primo weekend autunnale di una Milano ancora baciata da un sole non poi così pallido.
E' un sabato come tutti gli altri quello del 24 settembre, o almeno lo sarebbe se il Live Club di Trezzo sull'Adda non ospitasse il primo festival power metal organizzato da SpazioRock, capace di riunire grandi nomi della scena power internazionale, ma anche di ospitare realtà più piccole e tutte italiane.
Fin da subito si è percepita una grandissima attesa per l'evento: fan appostati davanti al locale, un fremito leggero che pervade l'aria, grandi aspettative e un certo interesse intorno alla manifestazione, complice anche la possibilità di partecipare ai meet & greet con i propri beniamini.
Ad inaugurare il festival è una band friulana, gli Overtures, pronti più che mai a scaldare i già frementi animi accorsi ad affollare lo spazio adiacente allo stage.
I ragazzi di Gorizia danno spettacolo, in tutti i sensi: suoni pieni ed articolati, grande padronanza del palco, voce invidiabile e una certa tecnica che può reggere senza problemi il confronto con i più grandi, brani accattivanti e in puro stile power che ben si adattano al tema del festival e che scaldano tutti i quanti, pronti a sfoggiare fin da subito chiome fluenti al vento che si muovono al ritmo della musica.
Chi già conosceva la band avrà certamente apprezzato la sua performance, anche se forse fin troppo breve nonostante sia stata decisamente ottima sotto ogni punto di vista, ma gli Overtures hanno chiuso i loro quattro brani con qualche fan in più: un gran bel risultato!
Setlist:
Repetance
Artifacts
Go(l)d
Fly, Angel
Non c'è tempo di salutare i friulani che già i rodies sono pronti a cambiare la scena sul palco che viene calcato ancora una volta da una band italiana, questa volta di Sacile in provincia di Pordenone, loro sono gli Elvenking, il cui look colpisce immediatamente per la particolarità dei visi pitturati e degli abiti di scena decisamente caratteristici, ma è ancora una volta la musica ad essere la vera e unica protagonista, tra sonorità folk sfrenate che corrono sul filo di un violino pressoché perfetto, per poi esplodere su ritmi intensi e grandiosi combattuti a suon di voce, chitarre e batteria.
I sei elfi italiani saltellano per tutto il palco e non è un caso se la loro realtà sembra essere tra le più apprezzate anche all'estero, grazie al gusto musicale spiccatamente nordico che fa si che ci regalino una performance dalle forti emozioni ed energia.
Lo spettacolo continua...
Setlist:
The Scythe
Elvenlegions
Moonbeam Stone Circle
Grandier’s Funeral Pyre
The Divided Heart
The Loser
Italia ancora protagonista con i Domine, band fondata ormai nel lontano 1986 a Piombino dai fratelli Enrico e Riccardo Paoli, chitarrista e bassista della band.
L'assalto musicale al quale ci sottopongono ci colpisce da più fronti, ma è di certo quello vocale ad essere il padrone incontrastato dei cinque pezzi proposti dalla band, capace di toccare acuti talmente alti da rompere perfino la barriera del suono che diventa epico, gigantesco, magnifico.
I brani scivolano via come sabbia tra le dita e tra un pogo feroce e un headbanging da torcicollo di cui i fan presenti sembrano essere assoluti campioni, anche il tempo dei Domine arriva alla sua conclusione, non senza qualche piccolo intoppo tecnico, prontamente risolto e sistemato e forse perfino passato inosservato ai più. troppo impegnati a cantare sulle note delle canzoni dei propri idoli.
Setlist:
Thunderstorm
The Hurricane Master
The Ride of the Valkyries
Dragonlord (The Grand Master of the Mightiest Beasts)
Defenders
Non c'è tempo da perdere, ormai gli animi ben surriscaldati ed è il momento di sano, grezzo, crudo metallo teutonico, quello degli Iron Savior, anche loro colpiti da qualche problemino tecnico che fa fischiare le casse e anche le nostre orecchie, ma che viene ancora una volta risolto prontamente e senza troppe vittime.
Sono però i quattro tedeschi a mietere vittime e lo fanno colpendo forte, con riff prepotenti e micidiali che ti stendono come una granata che ti scoppia in piena faccia.
Non c'è molto da dire davanti a grandi maestri del power metal: la sola cosa che si può fare è ascoltare, chinare la tesa davanti alla prestante potenza della musica e lasciarsi travolgere da essa. A volte basta davvero poco per essere coinvolti in qualcosa di unico e grandioso, gli Iron Savior insegnano proprio questo!
Setlist:
Way Of The Blade
Starlight
Revenge Of The Bride
Gunsmoke
Beyond The Horizon
The Savior
Condition Red
Heavy Metal Never Dies
Atlantis Falling
Alle sonorità più grossolane ed heavy degli Iron Savior, si succedono quelle più epiche e sinfoniche del triestino Luca Turilli e della sua creatura Rhapsody.
Il grande successo di questa band però è stato pagato a caro prezzo dai moltissimi fan che ne hanno ritardato l'esibizione per strappare loro autografi e foto al meet & greet che si era svolto pochi minuti prima.
Nonostante questo inconveniente abbia dimezzato il loro spettacolo, Luca & Co. hanno regalato una performance spettacolare destreggiandosi tra duetti di puro metal sinfonico (eccellente la presenza di Emilie Ragni) e pezzi in cui la voce di Alessandro Conti ha completamente cancellato i piccoli inconvenienti tecnici.
Un grande ritorno per un grandissimo artista.
The show must go on...
Setlist:
Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)
Il Cigno Nero
Rosenkreuz (The Rose And The Cross)
Land Of Immortals (Rhapsody Cover)
Unholy Warcry (Rhapsody Cover)
Tormento E Passione
Prometheus
Demonheart
Tra la folla rumoreggia ancora un certo sgomento per l'interruzione un po' brusca del concerto dei Rhapsody quando ecco che due aquile dorante irrompono sulla scena facendo calare il silenzio e una certa, pruriginosa agitazione per quello che, a brevissimo, accadrà sul palco.
I Powerwolf sono sicuramente una tra le chicche più interessanti all'interno di questo festival, un qualcosa che deve essere visto almeno una volta nella vita, perché non tutti possono dire di aver partecipato ad una messa metal, la stessa che in brevissimo tempo inizia ad essere celebrata davanti ai nostri occhi profani ed attoniti.
Tra inni laici e cori lugubri ed opprimenti veniamo, un brano alla volta, impossessati dall'oscuro spirito dell'heavy metal, celebrato per noi dalla potente e grave voce di Attila Dorn, il nostro officiante, una satanica presenza su un palco che si accende dei sacri fuochi del metal che fa prendere vita ad oscuri fantasmi che danzano con il volto pitturato, lo stesso dei componenti della band, perfetti nel loro ruolo di demoni.
E' una messa nera, oscura, un momento di puro raccoglimento profano dal gusto quasi mistico. Chi non li aveva mai visti live ne resta catturato, impossessato, chi invece che non è nuovo a questa celebrazione musicale, non è comunque immune dalla possessione.
Tutto resta immobile davanti a una rappresentazione così carica ed emotivamente sconvolgente e quando anche l'ultima nota smette di riecheggiare nell'oscurità, ci sentiamo ancora immersi nella messa officiata dai Powerwolf, maestri del genere.
Setlist:
intro: Lupus Daemonis
Blessed & Possessed
Coleus Sanctus
Amen & Attack
Sacred & Wild
Army Of The Night
Resurrection By Erection
Armata Strigoi
Let There Be Night
Werewolves Of Armenia
Kreuzfeur
Sanctified With Dynamite
We Drink Your Blood
Lupus Dei
E poi ecco, il momento tanto atteso, quello per cui vale la pena stare dieci ore in piedi tra la folla, a pogare, ad urlare, ad alzare le braccia al cielo.
Quando gli Stratovarius salgono sul palco, non dopo un leggero ritardo che fa tremare i presenti, ormai diventati una massa gigantesca che si accalca sotto il palco, è come se la luce della Finlandia si irradiasse dallo stage per poi esplodere alle prime note di "Speed of Light", un vecchio brano che accende gli animi ma anche i rimpianti di chi non ha vissuto l'era storica di questa band.
E' perfezione e pura magia; è il tempo che si piega su sé stesso ed implode poco a poco, destreggiandosi tra brani vecchi e nuovi che si nutrono tutti della stessa, spumeggiante energia, la stessa che contagia tutti i presenti, che coinvolge band e fan, addetti ai lavori e chi forse si trova lì solo per passare una serata in modo un po' diverso dal solito.
Tra cori da stadio, voci che si mescolano tra loro, sorriso rivolti ad una band che non si risparmia e non smette per un solo istante di dare il meglio di sé, i brani scivolano via come un balsamo sulla pelle guarendo le ferite, irrompendo tra le quattro mura del locale che ormai sembra essere diventato evanescente e primo di sostanza, rinchiuso in una bolla perfetta di musica che ha limiti, nemmeno quella del tempo che scorre inesorabile, portandoci alla fine di una magnifica serata.
Setlist:
Speed Of Light
Eagleheart
Phoenix
Sos
My Eternal Dream
Against The Wind
Paradise
Wiil The Sun Rise
Shine In The Dark
Black Diamond
Forever
Unbreakable
Hunting High And Low
Quello organizzato da SpazioRock è stato certamente un evento degno di nota, perfettamente curato sotto ogni punto di vista, non solo per quanto concerne la scelta delle band invitate a regalarci la loro musica, ma anche da quello organizzativo che ha brillato per efficienza.
Certo, non sono mancati piccoli intoppi che però non hanno precluso l'ottima riuscita dell'evento.
La pratica rende perfetti e se questa era solo la prima edizione, non vediamo l'ora di scoprire come saranno le prossime!