"Universal Monsters"
Label: Nuclear Blast Records
Country: Finland
Style: Gothic rock
Track List:
01. Dolce Vita
02. Jet Fighter Plane
03. Blackbird Pie
04. Lady Darkness
05. Stiv & Johnny
06. Never
07. Miss Pastis
08. Jerusalem
09. Shallow Graves
10. Rock 'N' Roll Junkie
11. Blue
L’ora della luce.
Dopo il colpo di coda inferto con l’ottimo X, quando tutti si aspettavano l’ennesimo album dei The 69 Eyes, immaginare uno scenario diverso per Universal Monsters non sarebbe poi così scontato, soprattutto per una band che da oltre 25 anni è sempre riuscita a coinvolgere pubblico e critica di tutto il mondo, ma mai a convincerla di poter fare il grande salto di qualità.
Universal Monsters è un buon album, se non fosse per quella sensazione che in qualche modo sembra voler demolire l’immagine di ribelli della notte, per tramutarla in quella più accattivante di uomini finalmente cresciuti e usciti allo scoperto.
Dal punto di vista della band, questi undici brani rappresentano un ritorno al passato, quando bastava avere un vinile tra le mani, un giubbotto di pelle addosso e la sigaretta tra le labbra per sentirsi belli e dannati. In un certo senso l’opener “Dolce Vita” può essere la sintesi di questo pensiero, allineandosi perfettamente con la spirale senza fine di un successo tanto invidiato quanto paradossale.
Abbandonando le atmosfere malinconiche alla Syster Of Mercy e Type O Negative, ma restando sempre legato ai 45 giri di Elvis ed alle poesie di Jim Morrison, Universal Monsters è un disco autocelebrativo, quasi un’opera lirica in chiave rock’n’roll dove ogni attore recita la parte di sé stesso. La familiarità con cui i chitarristi Bazie e Timo Timo creano atmosfere agrodolci tra Morricone ed un polveroso teatro di posa, le possenti pulsazioni della colonna portante Archzie ed il provocatorio folletto della batteria Jussi accompagnano la sensuale quanto ironica voce di Jyrki nell’atto conclusivo, prima che il sipario cali sull’ennesimo intervallo di una carriera che li vedrà protagonisti di chissà quante nuove avventure.
It’s only goth’n’roll, but I like it!
Dopo il colpo di coda inferto con l’ottimo X, quando tutti si aspettavano l’ennesimo album dei The 69 Eyes, immaginare uno scenario diverso per Universal Monsters non sarebbe poi così scontato, soprattutto per una band che da oltre 25 anni è sempre riuscita a coinvolgere pubblico e critica di tutto il mondo, ma mai a convincerla di poter fare il grande salto di qualità.
Universal Monsters è un buon album, se non fosse per quella sensazione che in qualche modo sembra voler demolire l’immagine di ribelli della notte, per tramutarla in quella più accattivante di uomini finalmente cresciuti e usciti allo scoperto.
Dal punto di vista della band, questi undici brani rappresentano un ritorno al passato, quando bastava avere un vinile tra le mani, un giubbotto di pelle addosso e la sigaretta tra le labbra per sentirsi belli e dannati. In un certo senso l’opener “Dolce Vita” può essere la sintesi di questo pensiero, allineandosi perfettamente con la spirale senza fine di un successo tanto invidiato quanto paradossale.
Abbandonando le atmosfere malinconiche alla Syster Of Mercy e Type O Negative, ma restando sempre legato ai 45 giri di Elvis ed alle poesie di Jim Morrison, Universal Monsters è un disco autocelebrativo, quasi un’opera lirica in chiave rock’n’roll dove ogni attore recita la parte di sé stesso. La familiarità con cui i chitarristi Bazie e Timo Timo creano atmosfere agrodolci tra Morricone ed un polveroso teatro di posa, le possenti pulsazioni della colonna portante Archzie ed il provocatorio folletto della batteria Jussi accompagnano la sensuale quanto ironica voce di Jyrki nell’atto conclusivo, prima che il sipario cali sull’ennesimo intervallo di una carriera che li vedrà protagonisti di chissà quante nuove avventure.
It’s only goth’n’roll, but I like it!
7/10
Michela (Anesthesia)
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