"The Holographic Principle"
Label: Nuclear Blast
Hometown: Dutch
Genere: Symphonic Metal
Tracklist:
1. Eidola
2. Edge Of The Blade
3. A Phantasmic Parade
4. Universal Death Squad
5. Divide And Conquer
6. Beyond The Matrix
7. Once Upon A Nightmare
8. The Cosmic Algorithm
9. Ascension – Dream State Armageddon
10. Dancing In A Hurricane
11. Tear Down Your Walls
12. The Holographic Principle – A Profound Understanding Of Reality
Metafisico, filosofico, attento anche a temi della contemporaneità, cinematografico, grandioso, epico. Si potrebbe continuare a descrivere all'infinito The Holographic Principle il nuovo disco degli Epica e all'infinito si potrebbero ascoltare le dodici tracce che lo compongono forse perché oggi, come ormai da anni siamo abituati, la band olandese sa esattamente quale corde del nostro cuore toccare, pizzicandole in modo tale da stregarci, irretirci e farci completamente innamorare di ogni singola nota, perfettamente inanellate come piccole perle di un gioiello purissimo.
A due anni di distanza da un album che ha fatto letteralmente impazzire pubblico e critica per energia, dinamicità, grandezza dei suoni e della voce, The Holographic Principle si porta sulle spalle una pesante eredità: superare qualcosa che già di per sé ha raggiunto livelli di perfezione tale da essere quasi ineguagliabile. Ma invece di provare l'impresa impossibile, gli Epica fanno altro: mutano loro stessi, pur restando fedeli ai loro suoni, alle loro tematiche e alla loro anima, tentando un salto di qualità che forse non a tutti i fan piacerà, ma che si traduce in un potenziale tecnico e strumentale mai raggiunto prima, di certo nemmeno con The Quantum Enigma.
In questo nuovo lavoro spiccano soprattutto le orchestrazioni, portate ad un livello di magnificenza tale da toccare quasi livelli cinematografici, ma anche la voce di Simone Simons appare rinnovata, forse molto più morbida rispetto ai dischi precedenti, più fruibile ad un pubblico maggiormente stratificato, ma non per questo meno efficace o priva del fascino che l'ha sempre caratterizzata. Non manca certamente il suono ricco e sfaccettato che tanto ci piace degli Epica, con riff di chitarra potenti e massicci, batteria furibonda ed il growl di Mark Jansen che ha sempre quel mordente accattivante e mai scontato capace di punteggiare i brani nei quali si inserisce arricchendoli e sfaccettandoli.
Ad arricchire questo gustoso album si inseriscono sonorità che sembrano provenire da lontani ed esotici paesi e che ben si adattano a brani come l'orientaleggiante "A Phantasmic Parade" o "Danging in a Hurricane" dal sapore etnico, ora più dolce e melodico, ora più ritmato e cadenzato.
Grandi protagonisti di questo disco sono pezzi come "Beyond the Matrix", un imponente muro di suono denso e corposo che viene poi addolcito dalla più melanconica ed intensa "Once Upon a Nightmare" in cui non si può far altro che lasciarsi trasportare dall'avvolgente voce di Simone, grane protagonista.
Il coro gregoriano della title track chiude questa corsa sulle montagne russe capace di lasciare senza fiato, attoniti e allibiti davanti ad una così grande consapevolezza delle proprie peculiarità che rende gli Epica una tra le band più interessanti nel panorama musicale del metal sinfonico.
Gli Epica sono riusciti in quello che non tutti i gruppi sono in grado di fare, ovvero arricchire la loro già vastissima gamma di suoni, aumentare le sfaccettature del magnifico diamante che sono diventati negli anni, superare i loro limiti giocando con la loro essenza senza mai perdere di vista il cuore di questa band ed è forse questo il vero, unico e magnifico risultato di The Holographic Principle, l'unico che davvero conta e del quale ci si dovrebbe preoccupare.
8.5/10
Dora
A due anni di distanza da un album che ha fatto letteralmente impazzire pubblico e critica per energia, dinamicità, grandezza dei suoni e della voce, The Holographic Principle si porta sulle spalle una pesante eredità: superare qualcosa che già di per sé ha raggiunto livelli di perfezione tale da essere quasi ineguagliabile. Ma invece di provare l'impresa impossibile, gli Epica fanno altro: mutano loro stessi, pur restando fedeli ai loro suoni, alle loro tematiche e alla loro anima, tentando un salto di qualità che forse non a tutti i fan piacerà, ma che si traduce in un potenziale tecnico e strumentale mai raggiunto prima, di certo nemmeno con The Quantum Enigma.
In questo nuovo lavoro spiccano soprattutto le orchestrazioni, portate ad un livello di magnificenza tale da toccare quasi livelli cinematografici, ma anche la voce di Simone Simons appare rinnovata, forse molto più morbida rispetto ai dischi precedenti, più fruibile ad un pubblico maggiormente stratificato, ma non per questo meno efficace o priva del fascino che l'ha sempre caratterizzata. Non manca certamente il suono ricco e sfaccettato che tanto ci piace degli Epica, con riff di chitarra potenti e massicci, batteria furibonda ed il growl di Mark Jansen che ha sempre quel mordente accattivante e mai scontato capace di punteggiare i brani nei quali si inserisce arricchendoli e sfaccettandoli.
Ad arricchire questo gustoso album si inseriscono sonorità che sembrano provenire da lontani ed esotici paesi e che ben si adattano a brani come l'orientaleggiante "A Phantasmic Parade" o "Danging in a Hurricane" dal sapore etnico, ora più dolce e melodico, ora più ritmato e cadenzato.
Grandi protagonisti di questo disco sono pezzi come "Beyond the Matrix", un imponente muro di suono denso e corposo che viene poi addolcito dalla più melanconica ed intensa "Once Upon a Nightmare" in cui non si può far altro che lasciarsi trasportare dall'avvolgente voce di Simone, grane protagonista.
Il coro gregoriano della title track chiude questa corsa sulle montagne russe capace di lasciare senza fiato, attoniti e allibiti davanti ad una così grande consapevolezza delle proprie peculiarità che rende gli Epica una tra le band più interessanti nel panorama musicale del metal sinfonico.
Gli Epica sono riusciti in quello che non tutti i gruppi sono in grado di fare, ovvero arricchire la loro già vastissima gamma di suoni, aumentare le sfaccettature del magnifico diamante che sono diventati negli anni, superare i loro limiti giocando con la loro essenza senza mai perdere di vista il cuore di questa band ed è forse questo il vero, unico e magnifico risultato di The Holographic Principle, l'unico che davvero conta e del quale ci si dovrebbe preoccupare.
8.5/10
Dora
Line - Up
Simone Simons (vocals)
Mark Jansen (guitars, vocals)
Coen Janssen (keyboards)
Arien Van Weesenbeek (drums, vocals)
Isaac Delahaye (guitar)
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