“Vogguvisur Yggdrasils”
Release date: 30 September 2016
Country: Iceland
Style: Viking metal
Tracklist:
1. Muspell
2. Niflheimur
3. Nidavellir
4. Midgardur
5. Utgardur
6. Alfheimur
7. Asgardur
8. Helheimur
9. Vanaheimur
Quarto lavoro per gli Skálmöld, sestetto islandese di epic viking metal che, con questo Vogguvisur Yggdrasils ci propone un ambizioso concept album. Yggdrasilis, secondo la mitologia nordica, è un albero cosmico che con i suoi rami sorregge i nove mondi che compongono l’universo, ognuno dei quali viene qui trasposto in musica.
Vogguvisir Yggdrasilis ha parecchi spunti interessanti ma anche alcuni difetti che non possono essere ignorati, considerando che si parla di una band dall'esperienza quasi decennale. In particolare non ho apprezzato il cantato di Bjorgvin Sigurdsson, quasi del tutto improntato su un growling monocorde e inespressivo. Le cose migliorano decisamente quando a dominare sono i cori, potenti ma melodici, di cui il gruppo fa ampio uso. Inoltre le songs sono generalmente piuttosto stereotipate e non sempre riescono ad essere evocative come nelle intenzioni della band.
Ad esempio i primi due brani, “Muspell” e “Niflheimur” si muovono su riffs semplici e ripetitivi, e solo in parte sono risollevati dai pregevoli breaks solisti dei tre chitarristi. Con “Nidavellir” il lavoro inizia a decollare, song di grande dinamismo e con buone melodie sottolineate dalle tastiere di Gunnar Ben. Il meglio comunque arriva con “Alfheimur”, mid tempo dominato da cori di grande epicità, in cui si avvertono chiaramente influenze folk. Un brano che riesce davvero ad evocare i campi di battaglia insanguinati delle terre del nord. Un altro ottimo episodio è la conclusiva “Vanaheimur”, che dopo un inizio potente si trasforma in una marcia solenne in crescendo.
Ad esempio i primi due brani, “Muspell” e “Niflheimur” si muovono su riffs semplici e ripetitivi, e solo in parte sono risollevati dai pregevoli breaks solisti dei tre chitarristi. Con “Nidavellir” il lavoro inizia a decollare, song di grande dinamismo e con buone melodie sottolineate dalle tastiere di Gunnar Ben. Il meglio comunque arriva con “Alfheimur”, mid tempo dominato da cori di grande epicità, in cui si avvertono chiaramente influenze folk. Un brano che riesce davvero ad evocare i campi di battaglia insanguinati delle terre del nord. Un altro ottimo episodio è la conclusiva “Vanaheimur”, che dopo un inizio potente si trasforma in una marcia solenne in crescendo.
In definitiva non possiamo parlare di un top album, ma solo di un lavoro discreto, che comunque può piacere ai patiti del genere, e soprattutto agli appassionati di mitologia nordica.
6,5/10
Andrea
Line-up:
Bjorgvin Sigurdsson – vocals, guitar
Baldur Ragnarsson – guitar
Prainn Arni Baldvinsson – guitar
Snaebjorn Ragnarsson – bass
Jon Geir Johansson – drums
Gunnar Ben – keyboards
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