lunedì 30 novembre 2015

Månegarm - "Månegarm" review

"MANEGARM"

Release date: on 20th november 2015


Genre: Viking/Pagan/Folk metal

Country: Sweden

Track List:
01. Blodörn
02. Tagen Av Daga 
03. Odin Owns Ye All 
04. Blot 
05. Vigverk – Del II 
06. Call Of The Runes 
07. Kraft 
08. Bärsärkarna Från Svitjod 
09. Nattramn 
10. Allfader 
11. Månljus – bonus track 
12. Mother Earth Father Thunder – bonus track (Bathory cover)



Un lupo ulula alla luna di cui si vede soltanto la luce riflessa in un paesaggio dominato da neve, buio e silenzio. Siamo nell’ormai lontano 1998, anno di pubblicazione del primo full-length di una band nata tre anni prima con il nome di Antikrist. Gli svedesi poi cambiano il proprio monicker dedicandolo al Mánagarmr, il lupo più forte di tutti che secondo l’Edda, vera e propria bibbia della mitologia norrena, divorerà la luna nel giorno della battaglia finale fra le potenze della luce e quelle delle tenebre (Ragnarök). 

Non a caso nel 2015 lo vediamo raffigurato con aria minacciosa al centro di una gigantesca luna piena, in un artwork non più dominato dal tranquillo blu bensì dal sanguigno rosso. Insomma, per celebrare il proprio ventesimo compleanno gli svedesi scelgono la strada dell’autoreferenzialità sia visiva che testuale, dato che l’album si intitola semplicemente Månegarm. E se lo possono permettere in virtù della crescente importanza guadagnata nello sterminato panorama pagan-viking-folk scandinavo, senza dimenticare la forte influenza black presente soprattutto nei primi lavori.

Il delicato arpeggio iniziale di Blodörn si trasforma in un vero e proprio grido di guerra, in cui growl e l’arpa a bocca si alternano sapientemente. In Tagen Av Daga domina la componente folk, soprattutto nell’intermezzo strumentale a metà del brano in cui la cornamusa di Kaspars Bārbals è la protagonista assoluta. Si cambia decisamente rotta con Blot, brano acustico cantato in clean su cui si innesta la voce femminile di Ellinor Videfors, presente anche nella successiva Vigverk – del II che va a completare l’omonima traccia dell’album precedente Legions of the north. Un altro repentino cambio si ha con Call of the runes, vera e propria cavalcata che si candida fra gli highlight del disco: chitarre, batteria e un growl via via più aggressivo ne decretano la potenza epica allo stato puro. Questo brano insieme alla marziale Odin Owns Ye All è anche un caso abbastanza anomalo nella discografia dei Månegarm a causa dell’utilizzo della lingua inglese, che aveva già fatto capolino in Legions Of The North sdoganando fra mille critiche l’utilizzo esclusivo dello svedese. Si tratta comunque di una parentesi: con Nattramm, unico frangente in cui tornano a farsi sentire le influenze black, l’atmosfera molto oscura viene resa benissimo anche grazie al cantato nella lingua madre della band che, diciamolo, ha sempre il suo perché. La successiva Allfader chiude il disco con la stessa dolcezza con cui si è aperto, avvalendosi ancora una volta della voce di Ellinor Videfors.

Questa nuova release nulla toglie e nulla aggiunge a quanto i Månegarm hanno espresso finora, attestandone l’ottimo livello e riassumendone al meglio una carriera di successo. Si tratta quindi di un acquisto obbligatorio per i fan di lunga data, che possono dilettarsi anche con la versione limitata contenente due tracce bonus: Månljus e la cover dei Bathory Mother Earth Father Thunder, omaggio all’indimenticato ed indimenticabile Quorthon.

8/10
Bene "the Sentinel"

Line-Up:
Jonas "Rune" Almqvist Guitars
Erik Grawsiö Vocals, Bass
Markus Andé Guitars
Jacob Hallegren Drums

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