martedì 19 giugno 2018

MONSTER MAGNET ALCATRAZ, MILANO, 15-05-2018 live report


MONSTER MAGNET
ALCATRAZ,  MILANO, 15-05-2018
a cura di Andrea


“Sicuramente non sarà un sold-out”, questo è quello che ho pensato quando ho saputo che i Monster Magnet avrebbero suonato all’Alcatraz di Milano, locale di notevole capienza… 
Wyndorf e soci non hanno mai attirato folle oceaniche, certo non mi sarei mai aspettato di trovare poche decine di spettatori, quasi tutti over 40, ad attendere l’inizio dello show. E pensare che, se si eccettua la data dello scorso giugno di spalla ai Five Finger Death Punch, i nostri mancano da Milano da almeno 10 anni…
Dato che i Pendejo! sono stati costretti a dare buca all’ultimo momento, ad aprire la serata sono i Table Scraps, trio proveniente da Birmingham. Sinceramente non mi hanno particolarmente entusiasmato, dandomi l’idea di una stoner band come tante, il cui unico elemento di distinzione è la scatenata batterista e cantante Poppy Twist. Certo non deve essere stato facile per loro suonare in un locale praticamente vuoto. Da risentire.
Per fortuna dopo i Table Scraps la gente inizia ad arrivare, e alle 21:00 siamo circa in 200-250 sotto al palco. Non tanti, ma per il rigenerato Dave Wyndorf sono più che sufficienti. Dopo essersi ripulito, il buon Dave sta davvero vivendo una seconda giovinezza: in ottima forma, sia fisicamente che vocalmente, e forte di un entusiasmo degno di un ragazzino, ben distante dal personaggio scontroso e apatico dei suoi giorni “tossici”. 
Il recentissimo “Mindfucker” è un lavoro diretto e carico di violento rock‘n’roll, e lo show ne segue la falsariga. Ad aprire la serata è il classico “Dopes To Infinity”, eseguita in una versione assai d’impatto, seguono tre estratti da “Mindfucker” e una ruvida “Radiation Day”, proveniente dall’ottimo “Monolithic Baby”. Dave Wyndorf naturalmente è il mattatore della serata, con il suo carisma e le sue movenze istrioniche calamita gli sguardi degli spettatori, ben supportato da una band in stato di grazia. Lo show raggiunge l’apice con il mega classico “Space Lord”, in cui il leader invita il pubblico ad urlare ripetutamente “motherfucker!!”.
Cinque minuti di pausa e la band torna sul palco per i consueti bis. “Spine Of God” è la parentesi psichedelica del concerto, un’improvvisazione di 15 minuti con Wyndorf che declama come farebbe Jim Morrison e i chitarristi impegnati a creare un’atmosfera onirica. Si torna al rock’n’roll più diretto con “Powertrip”, probabilmente il brano più famoso dei nostri, che chiude lo show in maniera trionfale.
Unico difetto del concerto è la sua scarsa durata, appena 75 minuti, diciamo che altri 2-3 pezzi non mi sarebero dispiaciuti… ma visto il passato turbolento e l’età non più giovanissima di Wyndorf (61 anni) non possiamo davvero lamentarci!

Setlist
1. Dopes To Infinity
2. Rocket Freak
3. Soul
4. Mindfucker
5. Radiation Day
6. Look To Your Orb For The Warning
7. When The Hammer Comes Down
8. Negasonic Teenage Warhead
9. Space Lord
Encores:
10. Spine Of God
11. Powertrip

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