venerdì 27 febbraio 2015

HANDS OF ORLAC – Figli del crepuscolo

HANDS OF ORLAC – Figli del crepuscolo

Tracklist
01. I Figli Del Crepuscolo
02. Last Fatal Drop
03. Burning
04. A Coin In The Heart
05. Noctua
06. A Ghost Story
07. Mill Of The Stone Women









Quando cala la notte le creature che vivono ai margini del mondo, quelle che si svegliano solo quando tutti gli altri vanno a dormire, prendono vita dalle ombre che si allungano sulla terra, proiettando i loro oscuri incubi sui sogni di chi non crede nella loro esistenza.

È questo che sembrano voler fare gli Hands of Orlac con il loro ultimo lavoro discografico “Figli del Crepuscolo”: richiamare a loro le ombre che si annidano là dove la luce non pare avere nemmeno il coraggio di infiltrarsi, aprire quelle crepe sottili che ci sono tra i mondi mescolandone le essenze e le entità. E le inquietudini di un mondo che giace addormentato e sopito, quasi nascosto e celato sembrano davvero venire fuori, un po' come quando Pandora ha aperto il famoso vaso, lasciando camminare sulla terra tutto quello che mai avrebbe dovuto esistere.

Figli del Crepuscolo è un omaggio a tutto questo, ad una cultura a cavallo tra Ottocento e Novecento, ad un mondo fatto di nebbie impenetrabili, ad una realtà sulfurea, impalpabile nella quale i demoni di ogni bambino si fanno carne, pronti quasi a risucchiarne l'anima.

Le sette tracce si snodano in un modo quasi organico tra loro, prive quasi di una soluzione di continuità, complice anche una voce che ti risuona nelle orecchie e che pare arrivare direttamente dall'inferno, ma che purtroppo non ha quel guizzo in più capace di rendere la produzione davvero unica ed originale, nonostante non manchino affatto spunti interessanti ed un ottimo uso di un background letterale e cinematografico ai quali gli Hands of Orlac attingono per costruire questo mondo oscuro, maligno e perfino inquietante.

Le potenzialità ci sono tutte e di sicuro la band sa come poter tirar fuori il meglio da un concept che sembra essere congeniale alle loro capacità e al loro personalissimo modo di pensare e concepire la musica. Forse dovrebbero provare a fare un passo ulteriore verso quell'universo al quale sembrano appartenere, accantonando per qualche istante la patinata realtà di secoli ormai caduti nell'oblio, per modernizzare e rendere ancora più originale il loro sound.

6.5/10

Dora












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