"Ordeal"
Label: Self released (Inverse Records)
Genre: Melodic Death Metal
Country: Finland
Tracklist:
1. Origin
2. Ghost Recurrence
3. Undawning
4. Search For Tomorrow
5. Dualism
6. Departure
7. My Epigraph In Woe
8. Shade Of The Darker Sun
9. Ordeal
I finlndesi Foredoomed sono arrivati a festeggiare il contratto con la Inverse Records un anno dopo la self release del loro primo full length, Ordeal, nato ben 9 anni dopo la formazione della band, che ha visto numerosi cambi di line-up e 3 demos, “Karelian Elegy” (2010), “Dreamtime Story” (2013) e “Search for Tomorrow” (2015).
Attualmente, il gruppo vede i fondatori Atte Kymäläinen alla voce e chitarre, Asmo Jurvanen alle sei corde, ai quali durante la produzione dell'album si sono aggiunti Joel Henrik Kaplas alle percussioni e Eetu Kovapohja al basso.
Ordeal è un album sicuramente sudato e le sue sole 9 tracce non devono trarre in inganno, perché a pezzi di 2 minuti o poco più, si alternano tracce da quasi 8 minuti e la title track con durata record di ben 15:01. Il mese scorso la band ha rilasciato il suggestivo video di Dualism sul canale Youtube della Inverse.
I Foredoomed combinano il melodic death metal con il progressive, facendoci, a tratti, ricordare i Wintersun e i Children Of Bodom. La voce di Atte, pulita, senza growl, ricorda vagamente quella di Ville Valo, senza mai raggiungerne la profondità, ma poi si trasforma nel ruggito tipico di Jari Mäenpää o Alexi Laiho.
"Origin" ci accoglie in un'atmosfera sognante e incantata, tra violini, tastiere, chitarre e voci dolci e suadenti, ma purtroppo ci lascia dopo appena un paio di minuti per trascinarci in "Ghost Recurrence", un incubo infestato da demoni e fantasmi che, tra growl e momenti di maggior lirismo, vocale e strumentale, ci acchiappa le viscere per quasi 8 minuti. La terza traccia, "Undawning" si ricollega, negli arrangiamenti, nella sezione ritmica e nelle linee vocali alla precedente, ma dura meno della metà del tempo. "Search For Tomorrow" è un'esplosione di potenza ed energia, con ritmi incalzanti e riff di chitarre della miglior scuola del metallo, immagino il proliferare di pogo, headbanging e moshpits indemoniati sotto palco. "Dualism" è un altro pezzo in cui gli arrangiamenti sinfonici e l'urgenza del progressive si mescolano dando vita a un ibrido piacevole. "Departure" sembra non avere nulla a che fare con il resto delle tracce ascoltate fino ad ora, ma è un gran bel pezzo, molto intimo, ben arrangiato e interpretato, con un accompagnamento di arpeggi alle sei corde che, per un paio di minuti, assieme alle tastiere di sottofondo e a una sezione ritmica tanto dimessa e delicata da sembrare inesistente fanno da sostegno a un cantato denso di fascino. Peccato per la breve durata, ma soprattutto per il brutto finale abrupt, che sarebbe stato decisamente meglio sfumare. La traccia successiva ci riporta back on track sin dall'incipit, però si fa riflessiva e solenne verso la fine, quasi 8 minuti ben spesi; "Shade Of The Darker Sun" è un altro pezzo che dal vivo spacca tutto; e ora veniamo alla lunghissima e impegnativa "Ordeal", che dona il nome all'album: massiccia, prepotente e arrogante l'intro strumentale e direi che si possano conservare gli stessi aggettivi per l'intera traccia. Non mi sbilancerei nel definirla un po' pretenziosa, si sa che il pezzo scelto per la chiusura ha un peso specifico importante per i musicisti e per il lavoro che ci presentano nella sua integrità, tuttavia decidere di concludere un album con una title track di tale spessore, strizzando l'occhio ai Dream Theatre, è una scelta folle e coraggiosa allo stesso tempo, che stavolta credo sia più giusto premiare, considerata anche la lunga genesi dell'album.
Non so se i Foredoomed saranno i degni eredi di Wintersun, dei COB, o di altri grandi nomi del progressive e del death metal, credo che non importi, né a chi li ascolta, né tantomeno ai diretti interessati, ma per ora credo che se la sappiano cavare egregiamente e che sarebbe una gran cosa riuscire a gustarseli nella dimensione live.
Non so se i Foredoomed saranno i degni eredi di Wintersun, dei COB, o di altri grandi nomi del progressive e del death metal, credo che non importi, né a chi li ascolta, né tantomeno ai diretti interessati, ma per ora credo che se la sappiano cavare egregiamente e che sarebbe una gran cosa riuscire a gustarseli nella dimensione live.
8/10
Margherita Realmonte (Meg)
Line Up:
Joel Henrik Kaplas - Drums
Asmo Jurvanen - Guitars
Atte Kymäläinen - Vocals & Guitars
Eetu Kovapohja - Bass
http://foredoomed.net
https://www.facebook.com/foredoomedband
https://www.youtube.com/c/foredoomedband
Line Up:
Joel Henrik Kaplas - Drums
Asmo Jurvanen - Guitars
Atte Kymäläinen - Vocals & Guitars
Eetu Kovapohja - Bass
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