"Kulkija"
Label: Nuclear Blast
Country: Finland
Genre: Folk Metal
Tracklist:
1.Neito
2.Korpikuusen kyynel
3. Aalon alla
4.Harmaja
5.Kotikonnut
6.Korppikalliota
7.Kallon malja
8.Sillanrakentaja
9.Henkselipoika
10.Pellervoinen
11.Riemu
12. Kuin korpi nukkuva
13.Juomamaa
14.Tuttu on tie
Kulkija, (Wanderer, l'errante) è il decimo album dei Korpiklaani, la portentosa folk metal band finlandese, fondata 15 anni fa e capitanata dall' iconico cantante e polistrumentista Jonne Järvelä, in uscita a Settembre per Nuclear Blast.
A detta dello stesso vocalist, si stratta del loro album più completo, corposo, anche come numero di tracce e sicuramente più vicino al sound che la band riesce a creare dal vivo, anche perché è stato registrato con la stessa attrezzatura e strumentazione che i musicisti usano per i loro live.
Si nota subito di essere davanti a un lavoro decisamente ben rifinito, curato nei dettagli, un concept da ascoltare con attenzione per coglierne di volta in volta nuove sfumature. Tutti i pezzi raccontano una parte della storia, che si svolge come una serie di immagini legate alla tematica dell'erranza, ognuna dipinta dalle note dei numerosi strumenti suonati dai componenti della band, che hanno potuto mettere in luce capacità tecniche ed espressive in un vasto range di suoni e stili.
Kulkija apre con un terzetto di pezzi 'Neito' (Maiden), 'Korpikuusen Kyynel' (Moonshine) e 'Aallon Alla' (Under The Wave), che ci trascinano in un vorticoso viaggio punteggiato da violini e ritmi indiavolati, tipici dell'anima folk della band, intrisa di suoni, odori, sapori e tradizioni dal gusto nordico. I temi riguardano principlamente il senso di libertà che il viaggio comporta e il fascino dello straniero in una nuova terra. A interrompere l'incedere piuttosto spedito arriva 'Harmaja' (The Grey), suggestiva ballad che può vantare un altrettanto suggestivo videoclip su youtube, con un orecchiabilissimo leit motiv disegnato dagli archi, che finora la rende la traccia più notevole dell'album, la cui tematica è la mancanza, l'assenza, il dolore. Il brano successivo, 'Kotikonnut', (Homestead) scelto anche come primo singolo, ci riporta ai ritmi precedenti, di danze popolari e di storie goliardiche, legate al ricordo e all'accettazione della vita da assaporare giorno per giorno, senza pianificare nulla. 'Korppikalliota' (The Raven's Rock) rievoca allo stesso tempo sia le leggende che hanno come protagonista il corvo nero con i cattivi auspici a esso legati, ma anche la saggezza derivante dall'esperienza, poiché si credeva che il corvo fosse in grado di vivere per centinaia di anni. La track successiva, 'Kallon malja' (Chalice Of The Skull), è anche la più lunga dell'album, quasi 10 minuti e, onestamente, pur cantando della natura selvaggia dell'inverno in Lapponia, non una è di quelle che, a mio modesto parere avrei fatto durare così tanto, nulla togliendo al grande lavoro di arrangiamenti che ci è voluto per realizzarla. La più doomy di tutte, 'Sillanrakentaja' (Bridge Builder) è una traccia che ha una sua sorprendente energia, caratterizzata da un bel coro finale di voci bianche, in cui figurano i figli di Cane e Jonne. In questo pezzo la band ricorda le leggende sorte e attorno al lago Pyhäjärvi, nell'area tra Eura e Säkylä, in Finlandia; si racconta che un gigante, offeso da una donzella, in un impeto di rabbia, pare abbia scagliato un enrome masso che oggi sarebbe Cape Hiittenkari. La successiva 'Henkselipoika' (A Boy In Suspenders) ha un suono più famigliare perché la band l'ha presentata dal vivo durante il tour Europeo con Heidevolk, Arkona e Trollfest agli inizi del 2018. A seguire la notevole 'Pellervoinen', interamente strumentale, scritta dal violinista Tuomas, che apre il terzetto di tracce con il più potente e intenso arrangiamento folk di tutto l'album, seguita da 'Riemu' (Joy), 'Kuin korpi nukkuva', (Like A Sleeping Forest), 'Juomamaa' (Drinker's Land) e, a chiudere, la placida 'Tuttu on tie' (The Road Is Familiar), nelle quali l'erranza comporta rispettivamente la presenza dell'elemento onirico, ma anche della nostalgia e della necessità della compagnia degli amici.
Le capacità di mastering di Svante Forsbäck (Rammstein), già noto ai nostri per il Live at Masters of Rock (2017), hanno contribuito anch'esse a creare l'unicità del sound di Kulkija, conferendo all'album una certa scorrevolezza e facilità di ascolto, grazie a un fine gioco di equilibri sonori. Registrato nel Novembre 2017 ai Petrax Studio (Hollola) e mixato ai Sound Supreme Studio (Hämeenlinna) con Janne Saksa, l'ultima fatica dei Korpiklaani può vantarsi di comparire tra le uscite migliori della folkband finlandese.
La cover artwork, nella quale figura un meraviglioso paesaggio preso da una foto reale, è firmata ancora una volta dal talentuoso Jan Yrlund (Battle Beast, Manowar).
Lavoro davvero interessante, in special modo per gli amanti del folk metal di matrice scandinava, nonché per gli appassionati di viaggi ed erranza, Kulkija può appagare pienamente soprattutto quegli ascoltatori che avranno la voglia di far girare il cd nel lettore più di una sola volta,
Voto: 7.5/10
Margherita Realmonte (Meg)
Line up:
Jonne Järvelä | vocals, acoustic guitar, mandolin, percussion, violafon
Tuomas Rounakari | fiddle
Cane | guitar, backing vocals
Jarkko Aaltonen | bass
Sami Perttula | accordion
Nessun commento:
Posta un commento