venerdì 27 marzo 2015

NIGHTWISH - Endless Forms Most Beautiful

ENDLESS FORMS MOST BEAUTIFUL

Label: Nuclear Blast
Release: 27 Marzo (EU)
              30 Marzo (UK)
              31 Marzo (Rest of World)

01. Shudder Before The Beautiful
02. Weak Fantasy
03. Élan
04. Yours Is An Empty Hope
05. Our Decades In the Sun
06. My Walden
07. Endless Forms Most Beautiful
08. Edema Ruh
09. Alpenglow
10. The Eyes Of Sharbat Gula
11. The Greatest Show On Earth



Quando Tuomas Holopainen ha dichiarato che i Nightwish sarebbero tornati alle origini con questo nuovo album, molti si aspettavano che, con Floor Jansen dietro il microfono, la band avrebbe ripercorso le gloriose orme del passato senza cercare nulla di nuovo, sfruttando la voce della loro cantante solo ed unicamente per rispolverare una storia ormai lontana che, di certo, ha fatto la sua epoca.

Non si è tenuto conto di una cosa, la più importante: difficilmente i Nightwish si ripetono e il leader della band di Kitee, che sa davvero molto bene cosa vuol dire creare con la musica, non si è certo accontentato di uno sguardo al suo passato per questo disco. Doveva stupire. E lo ha fatto in grande stile, quello che ormai gli è proprio e lo caratterizzata, dimostrando per l'ennesima volta di saper utilizzare al massimo le potenzialità dei membri della sua band, permettendo a Floor di stupirci, magari perfino di riportarci a quel passato da molti rimpianto, ma svecchiandolo e rendendolo nuovo, attuale, qualcosa a cui nessuno avrebbe mai pensato.

Endless Forms Most Beautiful è davvero un ritorno alle origini, alle nostre. È un ripercorrere i passi della vita dalla più piccola forma esistente sulla terra fino alla più grande, in quello che è un vero e proprio show messo in atto dalla natura che, con le sue bellezze, l'immensità e la sua magnificenza ha dato alla mente e all'anima del gruppo linfa vitale alla quale attingere per creare qualcosa che è certamente inaspettato. E bellissimo.

The deepest solace lies in understanding
This ancient unseen stream
A shudder before the beautiful 

È la voce di Dawkins ad aprire le danze prima ancora della musica incisiva di Shudder Before the Beautiful. Lui, che con il suo tono pacato tipico di un professore vecchio stampo, ci condurrà come un narratore della creazione e dell'evoluzione fornendoci spunti di riflessione, una chiave di lettura nuova ed inedita capace di arricchire di nuove sfumature un percorso non solo musicale. La canzone è tremendamente potente, con riff incisivi e una struttura molto metal perché diciamocelo, con la voce di Floor Jansen si può fare davvero di tutto e in questo disco c'è qualsiasi cosa, ogni spunto possibile ed immaginabile messo al servizio della musica e di un sogno diventato realtà. L'olandese sa il fatto suo, non fa alcuna fatica a mostrare le sue enormi doti canore lasciandosi plasmare come materia duttile dalla mente che si cela non solo dietro a questo disco ma a tutti i Nightwish, mostrandoci quante sfumature possono toccare le corde vocali.

È già a partire da Weak Fantasy che si mostra assolutamente vero questo paradigma. La voce di Floor è versatile, quasi non sembra nemmeno la stessa a cui siamo abituati con ReVamp, ma non è neppure quella della cantante che ha concluso il tour di Imaginaerum, sicuramente potente e a suo agio in ogni tipo di canzone, ma non così focalizzata, capace di arrivare dritta all'obiettivo. La canzone, dunque, è inaspettata, ma non per questo spiacevole, anzi: è un brano che apre innumerevoli possibilità, che ha un enorme potenziale e che arriva dritta al cuore, colpendolo con una certa violenza, anche grazie alla presenza graffiante di Marco Hietala che si insinua tra le note enfatizzando ulteriormente la resa finale del pezzo.

C'è da chiedersi, a questo punto, quale sia stata la genesi di Élan che, dopo l'ascolto per intero di tutto l'album, non sembra essere la canzone più incisiva tra tutte e, anzi, pare forse la meno adatta a descrivere quel processo di evoluzione al quale stiamo assistendo mentre si copie brano dopo brano. Non è certamente una brutta canzone, tutt'altro, però c'è come la sensazione che non appartenga in toto all'atmosfera che si respira in Endless Forms Most Beautiful, sicuramente orientato verso altre sonorità. Eppure offre un intermezzo piacevole ed orecchiabile, quasi una sorta di respiro fresco e gioviale in mezzo a tracce ben più potenti.

Yours is an Empty Hope è, invece, una grande protagonista tra le undici. L'attacco sembra riportare alle atmosfere di Imaginaerum, ma è subito chiaro che il tono è più aggressivo, reso estremamente epico da un'orchestra che fa di questo brano un grande pezzo da kolossal. Da sottolineare anche l'ottima prova di Kai Hahto, che prende temporaneamente il posto Jukka Nevalainen alla batteria, riuscendo comunque a conferire enfasi ed energia ai brani, dimostrandosi assolutamente a suo agio in questo ruolo di sostituto.

Ancora una volta la grande incisività e potenza di un pezzo viene dolcemente stemperata ed è il turno di Our Decades in the Sun, una ballad accorata e particolarmente sentita nella quale è l'interpretazione di Floor a farla da padrona, il tutto reso ancora più enfatico dall'aggiunta di un coro di voci bianche a cui ormai siamo abituati quando si parla di Nightwish.

Non c'è tempo per riflettere, né per star quieti perché dopo le malinconiche note del quinto pezzo, siamo nuovamente catapultati in una dimensione vivace ed energica con My Walden che ai più ricorderà I Want My Tears Back per quella sua atmosfera celtica ed epica, sicuramente adatta ad essere proposta durante i live.

Decisamente metal, Endless Forms Most Beautiful merita davvero questo titolo perché rispecchia al meglio l'obiettivo di tutto l'album e nel suo essere ricca, molto densa e anche particolarmente emozionante, entra di diritto nel podio delle canzoni qui presenti, anche grazie ad un ritornello accattivante.

Edema Ruh doveva essere il primo singolo per presentare l'album, poi scalzato da Élan. È un ottimo candidato per il ruolo di secondo singolo, con la sua orecchiabilità, il suo essere pop, per quell'anima leggera eppure sempre potente, resa ancora più incisiva dal tocco di Troy ed Emppu, entrambi grandi protagonisti non solo in questo pezzo, ma in tutto l'album.

Il disco non lascia un solo minuto di respiro, tutto si sussegue ad una grande velocità e anche le tre tracce finali non sono da meno. Alpenglow ha qualcosa che richiama Once con le sue chitarre, la sua essenza rock e quel ritornello che potrebbe far concorrenza ad Endless Forms Most Beautiful. Anche questo si conferma essere un ottimo brano che scivola lentamente nella strumentale, The Eyes of Sharbat Gula, pezzo quasi struggente, ma decisamente profondo, impreziosito da un vago sentore indiano dato da un sitar che riecheggia in lontananza, facendo parlare il pezzo con la sola voce della musica.

Una considerazione a parte la merita certamente The Greatest Show on Earth, il manifesto di questo disco che, con i suoi quasi ventiquattro minuti, riassume ed amplifica il tema centrale che pervade tutta questa mastodontica opera, che si snoda tra dolcezza, eleganza, ricordi di un mondo lontano e l'eco di ciò che è stato mescolandosi alla pura e grandiosa potenza che è la nostra tessa Terra a dare di se stessa. Le note del pianoforte ci accompagnando in quello che è un viaggio dentro alla storia del nostro pianeta, ma forse perfino della musica stessa e la voce di Floor, dapprima un sospiro che si alza dalle profondità di uno spazio lontano, melanconica e potente come solo lei sa essere, si mescola a quella di Marco che dà notevole prova di sé anche in questa ultima fatica dei Nightwish. È sicuramente una traccia per gli amanti del genere, con i suoi meravigliosi inserti classici che che rendono il pezzo molto epico, punteggiato poi dai suoni di una natura minacciosa e dallo sciabordio delle onde su cui si innesta il canto delle balene e ancora la voce di Dawkins che cita Darwin quasi a completare il cerchio, chiudendolo nell'unico modo possibile. 

È in questa traccia che si nasconde l'unicità dei Nightwish, il loro essere autoreferenziali, i soli a percorrere determinate strade, gli unici ad intraprendere un percorso forse tortuoso, magari perfino incomprensibile ai più, ma sempre coerente con la loro essenza che è davvero unica, che non è mai stata perlustrata da altri ed è per questo che hanno forte impatto sull'immaginario di tante persone, quelle capaci di cogliere questa peculiarità.

Ascoltare e sentire non sono la stessa cosa, anche se spesso ci si confonde con i termini, legandoli entrambi ad una stessa appartenenza semantica. Questo album non può essere ascoltato senza anche essere sentito nel profondo altrimenti si rischia di perderne la reale bellezza, tutti quei dettagli e quelle piccole accortezze che lo rendono davvero grandioso e maestoso. Ascoltateli tutti, captateli, afferrateli, ma non vi limitate solo a questo: sentite la musica, non solo con le orecchie, ma con ogni senso del vostro corpo e allora, forse, vi renderete conto che la bellezza si nasconde davvero nella sua ultima forma, la più compiuta, quella che questo album è riuscito a tradurre in musica, espandendo i confini ben oltre l'orizzonte visibile ed udibile.

...From so simple a beginning, endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being, evolved... 

9/10
Dora

(foto di Ville Akseli Juurikkala)


I Nightwish si esibiranno live in Italia il 29 Novembre presso @Unipol Arena (BO). Special guests della serata saranno Arch Enemy ed Amorphis. Qui il link all'evento. Mentre qui potrete trovare tutte le date del tour europeo.



Nessun commento:

Posta un commento