"Southern Empire"
Label: Giant Electric Pea (CD, GEP)
Country: Australia
Style: progressive rock
Track list:
1.Show Me The Way
2.Forest Fire
3.Hold
4.How Long
5.The Bird That Binds
6.Dreams And Machines
Gli australiani Southern Empire, con l'album di debutto omonimo, pubblicato lo scorso 18 Marzo, cercano il loro spazio nell'intricato mondo del progressive rock. Gli amanti di Steven Wilson o dei Dream Theatre non potranno non riconoscerne le evidenti influenze all'interno del primo lavoro di Sean Timms, tastierista e fondatore dei Southern Empire e soci, nello specifico: Danny Lopresto alla voce, Cam Blokland alla chitarra, Brody Green alla batteria e Jez Martin al basso. Certo, si tratta di soli 6 pezzi, ma ognuno di essi evidenzia l'assoluto talento di ogni singolo componente della band.
"Show Me The Way" è un lento breve e dal sapore nostalgico, reso alla perfezione grazie alla scelta di registrarlo con l'effetto del fruscio tipico del vinile; "Forest Fire", proprio come un devastante fuoco che si propaga nella foresta, ha l'effetto di risvegliarci violentemente dal gradevole torpore in cui la opening track ci ha fatto scivolare, facendoci gustare arrangiamenti complessi, che spaziano dall'elettronica al metal come se fosse la cosa più naturale del mondo; "Hold" passa dal metal più soft a ritmi techno tribali sostenuti da arrangiamenti arabeggianti, facendo risaltare la grande versatilità vocale di Lopresto e la vivace verve compositiva di tutto il combo. "How Long" inizia facendoci apprezzare le capacità di Blokland alla chitarra, con assoli metal di tutto rispetto, ma poi cambia completamente genere trasfoRmandosi in un pop rock già sentito, con coretti anni ottanta in un ritornello prevedibile, dopo il quale il pezzo si ritrasforma ancora con arrangiamenti jazz e infine, prima di riprendere con il refrain, un bell'esempio di come Timms sappia davvero stare alle tastiere, mentre la chitarra impazzisce con assoli prepotenti. In tutto ciò, sappiate, che alla fine il ritornello banale vi rimane impresso eccome; le ultime due tracce "The Bird That Binds" e "Dreams And Machines" non hanno particolari passaggi da evidenziare, pure rimanendo entrambe, ognuna a modo suo due tracce gradevoli.
Che dire...personalmente apprezzo le band che hanno quella particolare capacità di scivolare sinuosamente, con eleganza e quel po' di sbruffonaggine che serve, tra un genere musicale e l'altro, mostrandosi sempre consapevoli di quello che fanno, senza mai rischiare di annoiare l'ascoltatore, ecco perché anche i Southern Empire raccolgono tutta la mia ammirazione. Tuttavia, ammetto di avere avuto dei cali di interesse durante l'ascolto e, considerando che si tratta di un album di sole 6 tracce, nessuna delle quali di una durata ragguardevole, è un campanello d'allarme da non sottovalutare. Mi è parso, in alcuni momenti, che l'obiettivo principale fosse quello di far risaltare a tutti i costi le indiscutibili capacità e l'innegabile talento di ciascun componente della band, insistendo su tecnicismi a mio parere un po' sterili, che non giovano alla freschezza e alla genuinità di un debut album, anche se è pur vero che si tratta di musicisti di grande esperienza, con anni di carriera alle spalle e ai quali mi spiace davvero non poter dare un voto stellare.
Voto: 7
Margheria Realmonte (Meg)
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