lunedì 9 aprile 2018

AURI - Auri

"Auri"
Release Date: on March, 23 2018

Label: Nuclear Blast

Country: Finland

Genre: Progressive Folk

Tracklist:
1.The Space Between
2.I Hope Your World Is Kind
3.Skeleton Tree
4.Desert Flower
5.Night 13
6.See
7.The Name Of The Wind
8.Aphrodite Rising
9.Savant
10.Underthing Solstice
11.Them Thar Chanterelles (feat. Liquor In The Well)


Fantastico! Vi è mai capitato di pensarlo subito, non appena avete messo su un disco? A me è capitata questa fortuna, non tantissime volte, anzi, facendo una veloce media di tutti gli album ascoltati nella mia vita, tutto sommato, potrei dire che mi è successo abbastanza di rado. Una di queste volte è stata non appena ho premuto il tasto play su Auri, album uscito meno di una settimana fa per Nuclear Blast, dell'omonima band finlandese, formata da una delle menti più eccelse della composizione metal di matrice scandinava, Tuomas Holopainen (Nightwish) dal suo compagno di merende Troy Donockley (guitars, bouzouki, uilleann pipes…) e dalla sua compagna di vita, la splendida e immensa vocalist Johanna Kurkela (voices & viola). Band di recentissima formazione, vero, ma composta da elementi di talento e decisamente rodati da anni di esperienza in un ambito, come quello metal, in cui le proposte fioccano piuttosto numerose e nel quale primeggiare è diventato più difficile, Auri è una perla di sofisticata bellezza. Considerate le principali carriere musicali dei tre protagonisti, non saprei a quale futuro potrebbe andare incontro questo prezioso progetto parallelo, però mi auguro che ce ne sia un seguito, perché merita veramente e perché penso che possa incontrare il gusto di una bella fetta di audience.

Undici tracce sono poche, Tuomas, l'unica pecca è questa, se vogliamo proprio trovarne una all'interno di questo album e, forse, si poteva lavorare un po' di più sull'artwork della copertina, ecco, come se fosse un dettaglio essenziale. Certo, a voler essere un po' più cattivelli, le influenze della musica celtica, degli stessi Nightwish, ma anche di Blackmore's Night, Clannad, Enya... si riconoscono immediatamente, ma risaltano allo stesso tempo anche la grandiosità e l'estrema cura del suono, come una possente soundtrack che si distingue per la scelta oculata di ogni singola parte strumentale, nota dopo nota e nell'armoniosa melodia vocale, che non è mai scontata o banale. Ovviamente ci sono parti imponenti di progressive music, c'è parecchio digitale e forse un po' meno di analogico e le percussioni sono molto ridotte, ma il tutto si concilia comunque con molta grazia. A detta dello stesso Holopainen, il virtuoso pirata delle tastiere, in quanto a sound, Auri si potrebbe definire un fantasioso mix di “Rabbit Hole Music e Celestial Metal” che, come spiegazione, a parte essere alquanto singolare, un po' rende l'idea.
Cerchiamo di capirci qualcosa in più. Si inizia molto bene con la prima traccia, che apre con percussioni roboanti, mitigate dopo poco dalla vocalità angelica della Kurkela, capace, assieme alla sezione d'archi e ai fiati, di addolcire e allo stesso tempo di plasmare il pezzo in una burrosa corposità che ci porta ad agitare sinuosamente i fianchi, mentre, ad occhi chiusi, i nostri pensieri vagano liberi, immersi nel mondo parallelo di Auri, protagonista femminile del libro fantasy The Name Of The WInd firmato da Patrick Rothfuss, quello di Kingkiller Chronicles, per intenderci.
Un flauto di pan e la maestosità del coro ci introducono nella splendida seconda traccia, che alterna momenti di carezzevole dolcezza a tratti di inquietudine.
La sezione dei fiati fa da apertura della terza traccia, che prosegue a ritmo sempre più incalzante con la sezione d'archi per poi approdare nel porto sicuro degli armoniosi vocalizzi della Kurkela.
Arpeggi di chitarra e archi ci accompagnano nel quarto brano, un'onirica ballad in cui la voce femminile duetta magnificamente con un misterioso ospite, creando un piacevolissimo combo per più di 6 minuti.
Il quinto pezzo, "Night 13", è per ora l'unico di cui ci sia in giro su Youtube il video ufficiale. Niente fronzoli o effetti speciali, però, solo grandi spazi aperti e selvaggi, nei quali un protagonista maschile, un uomo non più giovane, si lascia completamente sopraffare dalla musica, che guida i suoi movimenti, i suoi gesti, i suoi pensieri, i suoi ricordi, i suoi sogni, le sue speranze e allo stesso tempo mitiga il suo dolore e le sue paure. 
See, sesta track, ha un respiro ampio e profondo come il mare, da ascoltare a occhi chiusi per immergersi il più possibile nelle atmosfere e nelle sinestesie create dall'incontro tra l'etereo soffio della voce e la mesmerizzante melodia degli arrangiamenti.
La settima song è probabilmente dedicata al libro da cui la band ha tratto l'ispirazione per il moniker ed è interamente strumentale, se si considerano anche le corde vocali della Kurkela, che qui si “limita” ad armonizzare sulla linea melodica delle tastiere e lo fa così bene che brividi e occhi lucidi ne sono l'effetto collaterale.
L'epicità dell' album sta anche nella scelta dei titoli, come questo "Aphrodite Rising", in cui possiamo immaginarci Venere sorgere dalle acque, tra il suono e il profumo della risacca.
In chiusura tre tracce molto suggestive, ognuna per diverse ragioni, ma vorrei soffermarmi proprio sull'ultima, in cui l'epicità classica si mescola a una sorta di fiaba e ci ritroviamo davanti alla figura di una fanciulla che vagabonda per i boschi, in un'atmosfera permeata di odore di muschio e terra umida, dalla quale spuntano i funghi cui si fa riferimento nel titolo. Quantomeno originale e bizzarra come tematica sulla quest, ma del sacro Graal, non me ne vogliano religiosi e appassionati, dopo innumerevoli poesie, libri, film e canzoni a riguardo, è pure lecito averne un po' piene le scatole.

Voto:
9/10
Margherita Realmonte Meg 

Line Up:
Johanna Kurkela: Voce e viola
Tuomas Holopainen: tastiere e cori
Troy Donockley: chitarra acustica ed elettrica, bouzouki, uilleann pipes, low whistles, aerofono, bodhran, tastiere, voce


www.nuclearblast.de/auri

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