WELCOME TO MY VOID
LABEL: Massacre Records
TRACKLISTING:
01. The End Is Nigh
02. Welcome To My Void
03. Horizon
04. Isochronism
05. So Cold
06. Nothing Remains
07. Cheerless
08. I Am Alive
09. My Heart Is Dying In Your Dead Rotten Hands
10. Tread Your Path
11. Mathematics With Butterflies
Il debutto dei tedeschi Watch Them Fade è avvenuto il 27 marzo di questo ricchissimo anno dedicato alla musica, sotto lo stendardo della Massacre Records.
Solitamente, quando si parla di nuove band, l'orecchio è molto più critico nel giudicare un prodotto che mira ad essere diverso, innovativo, che tenta di essere forse perfino unico all'interno del panorama musicale e si cerca sempre il proverbiale pelo nell'uovo non per stroncare i gruppi nascenti, quanto per incentivarli a fare sempre meglio soprattutto quando si intuisce la sostanza dietro ad un progetto, quando ci si rende conto che il miglioramento è davvero possibile.
Nel caso dei Watch Them Fade è successo esattamente questo. Già dal primo ascolto di Welcome to My Void si percepisce l'idea sotto la superficie, il fuoco che scalda la cenere ma che non riesce a venire a galla, come se quel calore non fosse sufficientemente potente da tramutarsi in fiamma.
Benché la profondità del basso e la batteria potente ed aggressiva rispecchino la perfetta sessione ritmica della scuola metalcore melodica, non si può dire lo stesso sul fronte chitarra/voce, entrambe tecnicamente in linea con il progetto, ma che nel complesso generale di un ascolto approfondito non brillano per personalità ed originalità.
Un lavoro senza infamia e senza lode, che ci restituisce quaranta minuti suddivisi su undici tracce dove l'idea di base viene schiacciata e soverchiata da un mix forse perfino esagerato di elementi fin troppo noti che non fanno altro che appiattire qualsiasi slancio, relegando così il disco a una dimensione a metà strada tra un qualcosa che potrebbe essere davvero apprezzabile e ciò che, invece, rischia di essere solo un prodotto dei tanti.
Manca il guizzo, lo slancio, quella scintilla capace di far superare la linea sottile di questo limbo immaginario e nemmeno il bel growl di Christoph Aggou riesce a dare quella spinta necessaria al grande salto, anch'esso forse un po' troppo ripetitivo e poco vario nonostante la bella performance che è stato capace di restituire.
E anche canzoni come Horizon, I am Alive e Nothing Remains, uniche piccole perle, riescono a spiccare, nonostante la gran voglia di emergere.
Se l'intento era quello di raggiungere i livelli di band come gli At the Gates, In Flames o Arch Enemy allora bisognerà lavorare per riuscire ad eguagliare questi nomi. L'impresa non è certo impossibile, dopotutto la base c'è, bisogna solo applicarsi, un po' come si fa a scuola.
Nel caso dei Watch Them Fade è successo esattamente questo. Già dal primo ascolto di Welcome to My Void si percepisce l'idea sotto la superficie, il fuoco che scalda la cenere ma che non riesce a venire a galla, come se quel calore non fosse sufficientemente potente da tramutarsi in fiamma.
Benché la profondità del basso e la batteria potente ed aggressiva rispecchino la perfetta sessione ritmica della scuola metalcore melodica, non si può dire lo stesso sul fronte chitarra/voce, entrambe tecnicamente in linea con il progetto, ma che nel complesso generale di un ascolto approfondito non brillano per personalità ed originalità.
Un lavoro senza infamia e senza lode, che ci restituisce quaranta minuti suddivisi su undici tracce dove l'idea di base viene schiacciata e soverchiata da un mix forse perfino esagerato di elementi fin troppo noti che non fanno altro che appiattire qualsiasi slancio, relegando così il disco a una dimensione a metà strada tra un qualcosa che potrebbe essere davvero apprezzabile e ciò che, invece, rischia di essere solo un prodotto dei tanti.
Manca il guizzo, lo slancio, quella scintilla capace di far superare la linea sottile di questo limbo immaginario e nemmeno il bel growl di Christoph Aggou riesce a dare quella spinta necessaria al grande salto, anch'esso forse un po' troppo ripetitivo e poco vario nonostante la bella performance che è stato capace di restituire.
E anche canzoni come Horizon, I am Alive e Nothing Remains, uniche piccole perle, riescono a spiccare, nonostante la gran voglia di emergere.
Se l'intento era quello di raggiungere i livelli di band come gli At the Gates, In Flames o Arch Enemy allora bisognerà lavorare per riuscire ad eguagliare questi nomi. L'impresa non è certo impossibile, dopotutto la base c'è, bisogna solo applicarsi, un po' come si fa a scuola.
6/10
Dora
LINE-UP:
Christoph Aggou - Vocals
Jürgen Bischoff - Guitars
Marc Fischer - Bass
Daniel Maier - Drums
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